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12 dicembre 1993, il Milan perde “da ripescato” l’Intercontinentale
Il 12 dicembre 1993 il San Paolo batte il Milan di Fabio Capello nella finale di Coppa Intercontinentale all’Olimpico di Tokyo
Dopo la crisi di inizio Anni ’80, il 20 febbraio 1986 Silvio Berlusconi rileva la società Milan e avvia un progetto di ricostruzione della rosa a partire dalle sue fondamenta. Dopo una stagione di assestamento, i rossoneri scelgono di affidarsi ad Arrigo Sacchi per la guida tecnica. Il Profeta di Fusignano, grazie anche e soprattutto al contributo dei fuoriclasse olandesi Gullit e Van Basten, riesce a riportare il Diavolo sul tetto d’Europa e del Mondo.
La finale di Champions 1993 e l’Affaire VA-OM
Nel 1991, a seguito della Notte di Marsiglia – 20 marzo 1991 – che costò la squalifica per un anno dalle coppe europee, Sacchi passò il testimone a Fabio Capello, allenatore all’epoca emergente chiamato a confermare lo strapotere dei rossoneri a livello internazionale. Dopo due scudetti consecutivi e la Supercoppa italiana del 1993, il Milan torna protagonista anche in Europa, disputando la finale di Champions League contro l’Olympique Marsiglia da cui tuttavia esce sconfitto.
La Coppa Intercontinentale in programma nei mesi successivi, però, non vedrà la partecipazione della formazione francese, coinvolta nel caso di corruzione e frode sportiva denominato Affaire VA-OM. Il Milan, da seconda classificata, prende così parte alla competizione mondiale e giunge fino alla finale contro la formazione brasiliana del San Paolo, vincitrice della Copa Libertadores. La squadra, in mano a Telê Santana, vuole ripetere l’impresa dell’anno passato, in cui riuscì a battere il Barcellona di Cruyff.
Il San Paolo vince la sua seconda Coppa Intercontinentale
La partita è avvincente e ricca di emozioni, sebbene in parte guastata dall’equivoco Savicevic causato dall’UEFA che costringe il Milan ad escluderlo dalla lista schierando solo tre stranieri nonostante il limite di quattro. Le chiavi della regia sono così affidate a Desailly, con Santana che adotta un approccio cauto e guardingo contro una delle formazioni più temute del mondo. Il Milan comincia bene, con la traversa di Massaro dopo pochi minuti, ma al primo affondo è il San Paolo ad andare in vantaggio con Palhinha, abile ad anticipare Costacurta e a freddare Rossi.
Ad inizio ripresa, Massaro pareggia in scivolata su assist di Papin, ma dopo pochi minuti il San Paolo torna avanti con Cerezo – ex Roma e Sampdoria -, su assist del futuro dirigente rossonero Leonardo. Capello inserisce Orlando e Tassotti, Papin agguanta il pareggio su assist di testa di Massaro, in giornata di grazia. Siamo al minuto 81′ e la partita si avvia verso i tempi supplementari, ma proprio sul gong il Milan si suicida con il goffo intervento in uscita di Rossi, che serve involontariamente l’assist all’ex granata Muller. L’attaccante brasiliano non ha difficoltà ad infilare indisturbato la rete che conferisce al San Paolo la sua seconda Coppa Intercontinentale. I rossoneri pagano le troppe amnesie difensive contro una formazione non irresistibile: poco dopo la mancata vittoria in Supercoppa Europea contro il Parma, sono così costretti ad incassare una nuova sconfitta in campo internazionale.