4-4-2 a ispirazione sacchiana: il calcio secondo Rangnick
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Editoriali

4-4-2 a ispirazione sacchiana: il calcio secondo Rangnick

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Rangnick

«Ho fuso il videoregistratore con i video di Sacchi». Un viaggio alla scoperta dei punti fermi del Rangnick versione allenatore

Il nome di Ralf Rangnick negli ultimi tempi è stato accostato più volte al Milan del futuro ma senza scendere particolarmente nei dettagli riguardo la sua filosofia di gioco conclamata sin dai tempi in cui allenava lo Schalke 04. I punti fermi del Rangnick versione allenatore si ispirano alle notti più memorabili della storia del Milan, ossia quelle attribuili al gioco di Sacchi.

Calcio aggressivo, 4-4-2 con esterni abili nel palleggio più che scattanti sulle corsie esterne e con interni di centrocampo adattabili alla fase di possesso e non possesso: la filosofia del tedesco Rangnick in versione allenatore si concentra prevalentemente su questi punti fermi, esaltandone anche l’aspetto atletico e mentale dei calciatori, in quanto: «succedono così tante cose negli 8-10 secondi dopo la conquista o la perdita del pallone; sono quelli i momenti che decidono le partite».

Nel caso specifico del centrocampo, la rosa attuale della mediana del Milan comprende calciatori che potrebbero idealmente riproporre le proprie caratteristiche tecniche a questo schema:  Bennacer nel ruolo di metronomo, Kessie come interditore e quel Calhanoglu che, idealmente, potrebbe essere rispolverato sulla sinistra in ottica di favorire gli inserimenti di Theo Hernandez. Nettamente in divenire le altre situazioni con le varie incognite – tra le quali-  Castillejo, Rebic, Saelemaekers e i sicuri parenti Bonaventura e Paqueta in una zona nevralgica del campo che subirà una completa rivoluzione estiva.

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