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David Beckham: «Milan una famiglia per me, adesso c’è eccitazione»

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, David Beckham ritorna sull’esperienza al Milan e commenta il nuovo corso rossonero

Presente a Milano per un evento Adidas, l’ex centrocampista di Milan e Manchester United David Beckham ha parlato così del suo periodo trascorso a Milano con la maglia del Diavolo nel 2009 e 2010:

«Ho tanti ricordi così belli del mio periodo qui, un periodo speciale. Il club, i tifosi e la città mi hanno accolto a braccia aperte. Mi è piaciuto giocare per il Milan e vivere in Italia. Mi è mancata Milano, mi è mancata l’Italia».

Pochi mesi ma un periodo bellissimo, anche se il finale è stato amaro. Che cosa si è portato dentro di quei giorni? 
«Era come stare in famiglia. Eppure il Milan è un club con una storia lunghissima, lo percepisci ogni volta che vai a Milanello o giochi a San Siro. Ho amato la gente, il cibo, gli amici che mi sono fatto…».

Sta ancora seguendo il club in questa nuova era, senza Berlusconi, Galliani e tutto il resto? 

«Certo, seguo tutti i miei vecchi club. Anche se rispetto moltissimo la vecchia dirigenza, devo dire che c’è molta eccitazione e grandi aspettative per quello che i nuovi proprietari stanno facendo. Spero il Milan possa tornare a lottare per i traguardi ai quali era abituato».
Cosa sa del calcio italiano ora? 
«La Serie A è ancora uno dei campionati più competitivi e appassionanti. Le squadre hanno avuto meno successi all’estero negli ultimi tempi, ma sembra che i grandi club stiano tornando al top e possano ricominciare a inseguire obiettivi di prestigio».
Ha un giocatore preferito? 
«No, ma mi piace vedere i ragazzi di talento che si sfidano ai livelli più alti».
È soddisfatto di quello che ha fatto nel calcio o ha rimpianti? 
«Non ho rimpianti. Ho giocato per il club che amavo dall’infanzia, il Manchester United, ho vinto tutto quello che si poteva vincere. Ho giocato per alcune delle squadre più importanti del mondo e ho sperimentato culture differenti. Ho rappresentato il mio paese più di cento volte e l’ho fatto da capitano per la metà delle volte. Sono soddisfatto, ho avuto una bella carriera».
Ha mai pensato di allenare? 
«No, è un ruolo che non mi ha mai interessato».

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