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Gandini avverte: «Il Milan di Berlusconi non c’è più, questo è temibile»

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Giornata speciale per Umberto Gandini, storico dirigente del Milan ed ora amministratore delegato della Roma

Lunga intervista a La Gazzetta dello Sport di Umberto Gandini, storica figura ventennale del Milan che è stato ufficialmente nominato AD della Roma lo scorso settembre. Ecco le sue dichiarazioni:

«Sono teso, non emozionato. Ormai il mio futuro è giallorosso, i ricordi contano solo per far tesoro delle esperienze. Tutto il Milan deve tanto a Silvio Berlusconi, me compreso. Al fianco di Galliani ho vissuto anni bellissimi. Ma quel mondo ora non c’è più. Il bilancio è positivo. Siamo in Champions League e l’ultima stagione ci ha consegnato l’addio di Totti. Ma tutto va per il meglio. Francesco s’è calato bene nella parte del dirigente, mentre Eusebio ci sta confermando di aver fatto la scelta giusta. La squadra sta traendo profitto dal suo metodo di lavoro. Obiettivi? Non è facile far meglio del secondo posto, ma ci proveremo. Anche tutti coloro che lavorano ogni giorno a Trigoria stanno dando il massimo. Meritano una citazione Mauro Baldissoni e il nostro d.s. Monchi e vedo che ogni giorno c’è un progresso. Si programma, puntando su obiettivi strategici».

CHAMPIONS – «In Champions ora ci giochiamo molto nelle prossime due gare con il Chelsea, ma è tutto aperto e siamo ottimisti. Con il Milan è uno spareggio, lo sappiamo bene. Quest’anno ci sono almeno sei squadre che lottano per entrare in Champions, anche se è presto questa è una partita ­chiave. Il Milan è sempre temibile, ma dopo questa settimana incandescente sarà sicuramente carico. È un’insidia in più, anche se noi giochiamo sempre per vincere».

SAN SIRO – «È bello che il Meazza sia tornato a dare le emozioni di sempre grazie al suo pubblico appassionato. Il baricentro del calcio italiano negli ultimi anni si è riposizionato, anche se la ritrovata competitività di Inter e Milan è un bene per tutti. Devo dire che la riforma che dà i quattro posti in Champions ha funzionato da stimolo: con più pretendenti c’è più interesse e spettacolo. La stessa Roma sta dando entusiasmo ai nostri tifosi: non a caso anche noi abbiamo avuto un aumento sia negli abbonati che nelle presenze. Buon segno».

ANCELOTTI – «Il Bayern ha sbagliato, facendogli pagare dissidi interni. Credo si prenderà un bel po’ di riposo. Poi, andrà in un club al top. L’Italia? Un giorno forse tornerà. Non so quando».

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