Editoriali
Anche Bonaventura al momento della svolta: di che pasta è fatto?
L’arrivo di Calhanoglu, l’infortunio e la mancata convocazione in Nazionale: non è un periodo facile per Bonaventura che però deve cercare di reagire
Arrivato in sordina l’ultimo giorno di mercato 2014 ed accolto con scetticismo, Giacomo Bonaventura lentamente ha scalato posizioni e, complice un tasso tecnico decisamente basso dei compagni nelle ultime stagioni, si è eretto come salvatore della patria, andando a rappresentare uno degli ultimi colpi – all’Atalanta 5 mln più 2 di bonus – della gestione Galliani.
STAGIONE DELLA SVOLTA – 14 reti i primi due anni con 66 presenze in Serie A equamente divise. La scorsa stagione, invece, è stata alquanto tribolata con due infortuni gravi che lo hanno costretto ai box per il finale di stagione (19 presenze) ed hanno abbassato lo score a 5. In questa stagione, però, complice anche il dualismo con Calhanoglu, Bonaventura ha raccolto solamente 10 presenze e siglato 1 gol contro il Craiova. Per l’ex Atalanta sono solo 456 i minuti di impiego con Montella – 15° giocatore in rosa, Calhanoglu 9° con 594′ – anche a causa dell’infortunio muscolare patito contro lo Shkendija. Bonaventura, però, è atteso da una stagione chiave: il Milan costruito sembra forte e quasi sicuramente lo è più di quello dello scorso anno: anche ai ‘vecchi’ come Jack e Suso è richiesto un salto di qualità, per capire anche di che stoffa sono fatti. C’è da far ricredere gli scettici, zittire le malelingue e riconquistare la Nazionale, sebbene il modulo di Ventura non sia congeniale alle caratteristiche del ‘5’.