Editoriali
La dirigenza sbotta e l’aeroplanino perde quota
Primi veri segnali di rottura tra la dirigenza del Milan e Vincenzo Montella, la fiducia dimostrata fino ad ora da Mirabelli e Fassone non è più granitica
Il pareggio di ieri sera per 0-0 contro l’AEK Atene ha lasciato diverse perplessità all’interno del mondo milanista, ci si aspettava e ci si doveva aspettare di più da una formazione offensiva – ben 5 i giocatori d’attacco schierati dal primo minuto – messa in campo da Vincenzo Montella e invece solito copione: Milan annebbiato nelle idee e nel gioco, giocatori incapaci di trovare spazi e allo stesso tempo dinamicità alla manovra.
Non è tutta colpa di Montella, alla fine fine in campo ci vanno 11 atleti, ma le idee di calcio del tecnico campano non sembrano essere state assimilate dal gruppo rossonero che ancora oggi – 20 ottobre – continua a navigare a vista senza alcuna certezza sul proprio cammino. L’Europa League, unico fiore all’occhiello della stagione rossonera fin qui disputata, è stata ieri sera intaccata dalla nube di delusione e frustrazione che ha accompagnato il percorso in campionato della squadra di Vincenzo Montella e questo per la dirigenza milanista è inaccettabile.
Il pareggio contro l’AEK Atene non complica di molto le chance qualificazione del Milan nel girone D, ancora primo in solitaria nel girone, ma rovina il giocattolo fino ad ora perfetto intravisto in Europa nel primo test realmente competitivo disputato dai rossoneri in ambito continentale.
A well-earned point for AEK against Milan 💪
Who will qualify from Group D?#UEL pic.twitter.com/oaOcM8E0ag
— UEFA Europa League (@EuropaLeague) 19 ottobre 2017
Scuri in volto i calciatori del Milan passati ieri sera dalla Mixed Zone si sono rifiutati di parlare ai giornalisti accreditati presenti sottolineando, in un certo senso, la delusione per un risultato che va oltre un pareggio a reti bianche ma che si incanala in un filotto di partite senza successi e senza gioco intrapreso ormai da 4 partite. Anche la formazione scelta ieri sera da Vincenzo Montella ha tolto le poche certezze fino a questo momento considerate indiscutibili come Franck Kessié, entrato a partita in corso, e ha acclarato un’opacità tecnica preoccupante per i giocatori dal maggiore estro come Calhanoglu e Suso protagonisti, soprattutto il turco, di una partita da 5 in pagella.
La dirigenza rossonera raccoglie i cocci di un Milan costruito forse senza troppo raziocinio in estate e amalgamato male, fino a questo momento, dal tecnico milanista che come spesso accade in questi casi assume sempre più la fisionomia del capro espiatorio da presentare al volgo arrabbiato. Sì, perché ieri per la prima volta in stagione qualcosa tra gli alti ranghi del plotone rossonero (Mirabelli e Fassone) e il comandante Montella si è increspato rendendo sempre più difficile una convivenza destinata a finire qualora le cose non dovessero cambiare presto.
Contro il Genoa, dunque, Montella si giocherà realmente il posto ma per farlo dovrà contare sulle (poche) certezze fin qui riuscite a creare nell’organico milanista, senza sperimentazioni varie o turnover. In caso di fallimento anche nel match contro i liguri la fiducia della dirigenza, che starebbe già valutando l’alternativa in panchina (leggi qui) potrebbe definitivamente venir meno. Il Milan ha il disperato bisogno di fare punti e ritrovare quell’entusiasmo ammirato ad inizio stagione per poter continuare a sperare che il domani sia davvero un giorno migliore.