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Sconcerti: «Il Milan fa un campionato a parte, basta copiare le altre»
L’analisi di Mario Sconcerti sulle colonne del Corriere della Sera: un commento sul campionato dei rossoneri
Parole forti e chiare quelle di Sconcerti sul campionato italiano, povero di idee e con uno squilibrio mai così netto come quest’anno:
«Ci sono due campionati. Uno è quello delle prime cinque, molto bello e un po’ monotono. Il secondo è quello del Milan. Siamo indietro sul piano della tattica. Negli altri campionati si va a soggetto, in Inghilterra pochi cercano di imitare Guardiola, ognuno cerca la propria via correndo. In Spagna si affidano al singolo. In Italia non si cerca un’idea di gioco, quella è già data dalla maggioranza. Nessuno si scosta dall’idea prevalente. Noi diciamo che una squadra gioca bene quando riesce a imitare il gioco di una grande squadra. Dieci passaggi di fila a centrocampo. Poi interviene Icardi, intervengono Dzeko, Immobile, Mertens, Higuain. È questa uniformità, questa autentica presa in giro di una tattica bella solo perché comune che invalida i risultati. Perché lo schema, il pressing, il possesso palla, non superano la qualità. E se tutti giochiamo allo stesso modo, vinceranno sempre i migliori. In 54 partite giocate dalle prime 5, ci sono stati solo 4 pareggi, nessuno ha saputo andare oltre un limite naturale. Il Milan sabato è stato bravo per un’ora ma è stato battuto da un giocatore. E allora? Non valeva la pena cercare qualcosa di proprio, meglio, di improprio? Il Napoli lo fa con i suoi triangoli, che a ben vedere servono solo a evitare la pressione alta dei centrocampisti avversari. L’Inter con il caratteraccio flessibile di Spalletti. La Lazio è l’unica idea nuova del nostro calcio, giocatori solo buoni ma applicati a una trama e alla corsa. La Roma è qualcosa che si avvicina. Ma il resto è spirito di conservazione dei tecnici, usare per non osare, fare tutti la stessa cosa. È come una moltiplicazione infinita dei problemi del Milan, che sarebbe una buona squadra, ma vuol giocare come le altre».