Editoriali
Errori di mercato, ecco cosa non ha funzionato tra Montella e la dirigenza
Ecco l’analisi dei principali problemi e del mercato dei rossoneri. La questione del modulo rimane un punto irrisolto di questa stagione
Ad agosto gran parte della tifoseria milanista era entusiasta della campagna acquisti del club. Oggi, invece, tutti addossano le colpe alla dirigenza per gli errori di mercato. In medio stat virtus e soprattutto attraverso un’analisi obiettiva bisogna rigettare i discorsi a posteriori.
MONTELLA – Partiamo dal modulo, uno dei principali problemi di questo Milan. Lo scorso anno i rossoneri hanno giocato (con Montella) con il 4-3-3 e tutto lasciava presagire una continuità in questo senso. Gli acquisti di Borini e Calhanoglu confermano questa teoria e rappresentano le alternative ai titolari Suso e Bonaventura. Dove avrebbe potuto giocare Borini se non largo in attacco? Va aggiunto, inoltre, che per ammissione di Gattuso la Primavera adottò lo stesso modulo specularmente alla prima squadra. Montella (dopo la sconfitta con la Lazio) sostiene di essere stato costretto a passare al 3-5-2 per mancanza di esterni d’attacco: ciò significa che o il mercato non era stato condiviso e concordato come entrambe le parti sostengono da luglio oppure l’ex mister rossonero aveva il 3-5-2 in mente fin dall’inizio. In entrambi i casi c’è ua grave mancanza di comunicazione tra allenatore e dirigenti.
DIFESA – Premesso che Bonucci non può essere un problema perché ha giocato sia a 3 che a 4 (ed è arrivato in finale di Champions League da titolare in una difesa a 4) ed è uno dei migliori al mondo (21esimo nella classifica del Pallone d’oro), passiamo alle cosiddette cose formali. Chi sostiene che erano necessari soltanto tre acquisti, uno per reparto, forse dimentica le prestazioni lo scorso anno di Abate, De Sciglio, Zapata, Paletta, Bacca e Montolivo. In questo senso Conti, Rodriguez, Bonucci e Musacchio (come prima alternativa) dovevano garantire solidità alla difesa insieme al tribolato rinnovo di Donnarumma. Tutti questi giocatori sono adattabili sia in una difesa a tre che a quattro e spetta all’allenatore saperli impiegare.
CENTROCAMPO – Semmai le colpe societarie iniziano dalla cintola in su. Biglia è stato strapagato e si è rivelato un flop allo stesso livello di Montolivo. Calhanoglu è stata una scommessa persa ma per quanto riguarda il turco le colpe vanno condivise con Montella. L’ex Leverkusen non è una mezzala e quindi non doveva rientrare nelle preferenze tattiche del mister campano. Difficile pensare che la società abbia imposto l’acquisto se l’idea non fosse stata condivisa con il tecnico. Kessie, invece, è un giocatore che va aspettato e sul quale i giudizi sono rimandati. Manca un sostituto dell’ivoriano e sarebbe stato sufficiente trattenere Kucka: questo è stato un grave errore di Massimiliano Mirabelli.
ATTACCO – André Silva è stato pagato troppo così come Kalinic, al loro posto la coppia Aubameyang-Ibrahimovic (a parità di prezzo) avrebbe dato maggiori garanzie. L’arrivo del portoghese è stato affrettato e in controtendenza con un progetto studiato a tavolino. Tuttavia i due acquisti in attacco non sono così scarsi come sembra. Il Milan quest’anno non ha quasi mai schierato quello che dovrebbe essere l’attacco tipo con Suso a destra nel suo ruolo naturale, Bonaventura a sinistra e una punta centrale. Montella ha limitato fortemente il rendimento dgli uomini d’attacco con continue forzature e cambi di modulo che hanno creato confusione nel gruppo. Il passaggio al 3-5-2 ha rotto la catena di destra Conti-Kessie-Suso e penalizzato lo spagnolo, costretto a vagare tra centrocampo e attacco senza precise indicazioni da parte dell’allenatore.
In altri termini non è chiaro come mai Montella non abbia dichiarato il 3-5-2 come modulo di riferimento fin da subito. Al contrario, posto che il calciomercato sia stato condiviso e concordato come entrambe le parti ammettono, se lo schema predefinito era il 4-3-3 non si capisce perché il tecnico accusi le scelte di mercato della società e la mancanza di esterni alti. A questa apparente mancanza di comunicazione vanno aggiunti gli errori Kucka, André Silva e Calhanoglu che hanno ulteriormente complicato i piani. Ma chischernisce i colori rossoneri si ricordi il proprio passato con i vari Tiago, Diego, Felipe Melo, Krasic, Amauri, Kongdobia, Gabigol, Shakiri, Ljajic, Telles, Podolski…