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Mirabelli alla Galliani? Chiuso ufficialmente il calciomercato in entrata
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Massimiliano Mirabelli conferma ufficialmente la chiusura del calciomercato in entrata per quanto concerne la sessione invernale e ribadisce: «La soluzione ai problemi è già in casa»
Massimiliano Mirabelli, direttore sportivo del Milan, ha così parlato a La Gazzetta dello Sport delle operazioni di mercato che il club rossonero andrà a fare nella sessione invernale: «In entrata non faremo nulla, ve lo dico come informazione ufficiale. In uscita qualche movimento ci potrebbe essere, ma cose piccole. I nomi sono quelli che stanno circolando, quello che ha le richieste più concrete è Gustavo Gomez dal Boca. In estate è stato un mercato importante ma non ne ho nostalgia, per tutto c’è un tempo. Oggi credo che la soluzione sia già in casa».
LA SCORSA ESTATE – «Non mi sembrano cifre eccessive. Tutti considerano l’esborso complessivo, io invece invito a scorporarlo e analizzarlo. Non abbiamo strapagato nessuno e vi dirò di più: se, in pura teoria, domani mettessimo qualcuno dei nuovi sul mercato, andremmo a guadagnarci».
NIENTE FLOP – «Nonostante molti di loro non stiano rendendo in base alle aspettative, a livello patrimoniale non esiste alcun flop. E poi ci si dimentica di un piccolo particolare: la nostra gestione è fatta anche di cessioni e di rinnovi. Dalle vendite abbiamo incassato una buona cifra».
TALENTI TEDESCHI – «Si lavora sempre, ma su cose diverse. L’aggiornamento resta un fattore continuo, nel fine settimana ad esempio sarò in Germania per assistere ad alcune partite. Sto parlando di aggiornarsi, non di mercato».
VICE KESSIE – «Il ragionamento ci sta, ma vi chiedo: dopo averne acquistati undici, siamo sicuri che prenderne un dodicesimo sarebbe la scelta giusta?La soluzione è già in casa: Montolivo potrebbe essere l’elemento che state cercando».
ANDRÉ SILVA E CALHANOGLU – «In particolare continuo a scommettere su André Silva e Calhanoglu. Non ci sono operazioni che non rifarei, li ritengo tutti giocatori validi, che formano un gruppo solido e ci danno tranquillità per il futuro. Sono lo zoccolo duro del Milan e, nonostante molti di loro non stiano rendendo in base alle aspettative».
RINNOVI – «Dalle vendite abbiamo incassato una buona cifra e poi basta passare in rassegna chi ha rinnovato il contratto: Donnarumma, Suso, Cutrone, Calabria, Plizzari. Che nomi vi sembrano? Date voi un valore. Io dico che patrimonialmente è un incremento importante, la nostra è una cassaforte piena di valori. Forse avrei meno fretta su alcune scelte gestionali».
DONNARUMMA – «Gigio ha rinnovato con grande gioia e ha sempre espresso la volontà di restare al Milan. Noi saremmo felicissimi se finisse la carriera qui. Nel momento in cui non avesse più desiderio di restare, cosa che non ci risulta, ne favoriremmo l’uscita. Controvoglia non resta nessuno».
FAIR PLAY FINANZIARIO – «Noi siamo, e saremo, all’interno delle regole e dei paletti Uefa. La nostra macchina di costruzione andrà avanti, senza preoccupazioni. La Uefa ha dei dubbi su Yonghong Li? Non è un problema. A me non sposta niente: i soldi arrivano regolarmente e poi c’è David Han Li, molto presente e grande intenditore di calcio. Inoltre ha il pregio di non interferire mai col lavoro altrui».
MONTELLA – «Io e Fassone siamo una coppia di fatto, due corpi e un’anima. Non si fa nulla, se non condiviso. Il resto sono illazioni. Con Montella abbiamo condiviso tutto, a partire da una campagna acquisti così aggressiva, tant’è vero che ho conservato i messaggi entusiasti che mi mandava, per esempio, durante la trattativa Bonucci. Provo dispiacere per come è finita, a livello affettivo e professionale. Se avesse funzionato come avrebbe dovuto, il Milan sarebbe in Champions e lui al suo posto».
GATTUSO – «Avevamo bisogno di dare un segnale forte ai giovani in termini di Dna milanista. Rino è stato scelto: punto. Non è stata una soluzione di ripiego, me ne assumo le responsabilità e sono felice di come sta lavorando. Occorreva passare attraverso il lavoro sodo per migliorare, con l’aggravante che era già dicembre. Ho trovato uno che lavora più di me, ce lo diciamo anche in dialetto calabrese: ‘Mi stai esaurendo’…»
RIFORMARE IL CALCIO – «Il calcio italiano si deve inventare qualcosa se vogliamo che non riaccada ciò che è appena successo con la Nazionale. Un’idea potrebbe essere:nessun limite agli extracomunitari, rose da 25 e obbligo di 6 italiani in campo.In questo modo tutti i club dovrebbero guardare con più attenzione al settore giovanile, a partire dalle categorie inferiori, e i soldi girerebbero all’interno del nostro movimento. Un circolo virtuoso».