Calciomercato
Milan, l’attacco è da rifondare: ecco le prossime mosse di calciomercato, chi arriva e chi va
Ormai è una certezza: l’attacco del Milan ha fallito. Ecco le possibili operazioni di calciomercato per “rifondare” un reparto intorno ad un centravanti di caratura internazionale
Il filotto di 6 partite da 4 pareggi e due sconfitte ha aperto una nuova crisi per il Milan, Gattuso ieri ha testato il modulo con due punte giungendo alla peggiore sconfitta della sua gestione. Reparti slegati, assenza di gioco e soprattutto poca lucidità in fase di possesso palla dovuta anche al poco affiatamento dimostrato delle due punte che hanno iniziato il match contro il Benevento: André Silva e Cutrone. «Se avessero giocato come l’avevamo preparato non sarebbe andata così» che ieri sera in conferenza stampa oltre che ai propri due centravanti, incapaci di allungare il Benevento attaccando con costanza la profondità, ha tirato le orecchie anche ai due esterni Borini e Bonaventura, entrambi nel proprio ruolo naturale, deludenti dal primo all’ultimo minuto. Ora, con la stagione che sta velocemente voltando al termine il Milan deve già iniziare a pianificare il proprio futuro ma prima occorrerà assicurarsi un posto almeno in Europa League vincendo i due scontri diretti contro Fiorentina e Atalanta.
Per quanto riguarda il calciomercato poche sono le certezze di questo Milan: Mirabelli ha capito che l’assenza di un bomber di razza ha pesato oltremodo sulla stagione dei suoi e a giugno correrà ai ripari ma prima occorrerà sfoltire. Cutrone e André Silva, vuoi per la giovane età, rientrano nel progetto milanista ma per il portoghese i dubbi sul potenziale inespresso iniziano a farsi sentire: per l’ex Porto le presenze in Serie A sono adesso 23, decisamente abbastanza per lasciar intravedere un principio di adattamento al calcio italiano fin qui quasi totalmente assente. La delusione più grande del calciomercato rossonero resta però Nikola Kalinic: arrivato per essere il titolare e l’attaccante esperto su cui fare affidamento, il croato ha fallito il salto di qualità non riuscendo neppure ad attestarsi sugli stessi livelli (comunque buoni) avuti all’epoca della Fiorentina. Per lui una cessione appare cosa certa anche se con il magro bottino di 5 reti segnate in 36 partite intorno a lui non si è di certo creata la fila delle pretendenti. Qualche fiacco interesse sembra giungere dalla Germania ma difficilmente i teutonici permetterebbero al Milan di rientrare dalla spesa fatta in estate per accaparrarselo; l’unica chance per sventare la minusvalenza è rappresentata dalla Cina che per convincere il centravanti ex Fiorentina sarebbe disposta a ricoprirlo letteralmente di soldi.
Assodati quali saranno i partenti e gli attaccanti che resteranno occorre ora fare il punto su chi arriverà, uno è certo: Carlos Bacca. L’attaccante colombiano difficilmente verrà riscattato dal Villarreal, dove ha comunque totalizzato 15 gol in 39 presenze, e inizierà presumibilmente la prima parte di preparazione a Milanello per poi capire con coscienziosità quale possa essere il suo futuro: per lui le estimatrici dall’esterno non mancano ma Mirabelli non vorrebbe correre il rischio di una cessione troppo frettolosa per un attaccante che nelle ultime tre stagioni ha segnato ogni anno molto più di ogni centravanti attualmente in rosa. Per quanto riguarda invece le operazioni di mercato il Milan continua a sondare il terreno per diversi nomi, Andrea Belotti resta il profilo ideale ma a solleticare le ambizioni del direttore sportivo rossonero ci sarebbero anche due grosse bocche di fuoco alla ricerca di una nuova dimora: si tratta di Mario Mandzukic, centravanti 31enne di fama internazionale attualmente in forza alla Juventus il cui contratto scadrà nel 2020, e Paulinho, attaccante brasiliano classe 2000, attualmente al Vasco da Gama capace di giocare su tutto il fronte d’attacco. Tre profili interessanti e tutti compatibili tra loro ma prima di puntare concretamente all’acquisto il Milan deve avere le idee chiare riguardo al progetto tecnico da voler intraprendere con Gattuso alla guida senza ripetere gli stessi errori compiuti l’anno scorso con Montella.