Editoriali
Milan, nove giorni dopo il veto della UEFA si attende ancora Yonghong Li
Il silenzio di Yonghong Li acuisce le incertezze intorno al futuro del Milan: il patron cinese ha due scadenze fondamentali da rispettare altrimenti il club rossonero passerà ad Elliot
Sono passati nove convulsi giorni dalla bocciatura della UEFA al Settlement agreement del Milan, per oltre una settimana dagli uffici di via Aldo Rossi sono arrivate le sole parole di Marco Fassone (che il 7 giugno incontrerà la commissione UEFA a Nyon) ma al momento ancora nessuna traccia del Presidente Li. Nonostante sia nell’aria un intervento del Patron rossonero che dovrebbe pronunciarsi sulla vicenda attraverso una lettera di rassicurazione per tifosi e cda, resta comunque pesante l’assenza ingiustificata e così prolungata dalle faccende Milan da parte della proprietà cinese che resta la testa principale su cui pende la spada di Damocle della UEFA che nella metà di giugno si pronuncerà riguardo alla possibilità di escludere il Diavolo dall’Europa League conquistata sul campo nella passata stagione.
Un silenzio e un’assenza ingiustificabile per tifosi e membri del consiglio di amministrazione che acuiscono di dubbi riguardo quello che sarà il destino della società rossonera sempre più vicina al subentro di Elliot ai vertici della nomenclatura dirigenziale. Yonghong Li infatti deve ancora versare gli ultimi 10 milioni pattuiti per completare il precedente aumento di capitale di sessanta milioni (ne ha già versati 18) e dovrà sin da subito mettersi al lavoro per reperire gli altri 32 pattuiti nell’ultimo consiglio di amministrazione entro la fine di giugno, due appuntamenti fondamentali soprattutto per capire la reale consistenza della proprietà cinese in ottica futura. Se entro lunedì non arriverà il bonifico, allora toccherà a Elliott mettere mano al portafoglio. Come rivela il Sole 24 Ore, il fondo presterà i soldi al Milan tramite la holding Project RedBlack. Mossa permessa dal contratto senza chiedere permesso a Mr Li. Poi il presidente cinese avrà tempo un’altra settimana per restituire i soldi, altrimenti il Milan potrebbe passare nelle mani del fondo americano.