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Milan, Borini: «Dobbiamo pensare solo a noi, io e Gattuso ci aiutiamo a vicenda»
Fabio Borini, tra i protagonisti di questo finale di stagione, ha parlato dell’obiettivo Champions e del rapporto con Gattuso
Fabio Borini è stato intervistato dai microfoni di Milan TV per parlare del finale di stagione rossonero e della speranza Champions, ancora viva. Ecco le sue parole:
SUL SANGUE VERSATO – «Quello che ha detto il mister di sputare sangue è un tecnicismo che forse ho preso troppo alla lettera. Il modo di giocare adesso non è tanto importante, conta quello che ci portiamo a casa alla fine della partita. Devono essere sempre i tre punti, con l’atteggiamento e la mentalità vincente»
SULLE AVVERSARIE – «Dobbiamo stare attenti a non farci intrappolare da ciò che possono creare le altre squadre. Dobbiamo cercare di concentrarci su di noi e fare la partita, dobbiamo fare gol e portare a casa il risultato»
SULL’APERTURA DEL TERZO ANELLO – «Quando ho letto che c’era anche il terzo anello disponibile l’ho detto anche a mia moglie. E’ bello vedere e sentire in una partita contro una squadra già retrocessa che ci sia tutto lo stadio pieno a supportarci per l’obiettivo di andare in Champions»
SULL’ATALANTA – «Prendo quello che ha detto Klopp prima dell’ultima partita in Premier, ovvero pensare solo a quello che succedeva ad Anfield. Noi dobbiamo pensare solo a San Siro, se non facciamo risultato contro il Frosinone e l’Atalanta non facesse risultato a Torino ci sarebbe solo da recriminare. Dobbiamo pensare a quello che c’è da fare e da vincere»
SUL RAPPORTO CON GATTUSO – «E’ un rapporto professionale, di aiuto reciproco. Quando avevo bisogno il mister mi ha aiutato, quando il mister stesso aveva bisogno, nel raggruppare gli animi dalle delusioni dei risultati, l’ho aiutato un po’ cercando di tirare su la squadra in allenamento, parlando tanto. Mi ha fatto sentire anche più importante all’interno dello spogliatoio non essendo in campo. Questo penso abbia aiutato me, lui e tutta la squadra, i risultati adesso stanno arrivando»
SULLE INGLESI IN FINALE – «Questa è la forza dell’Inghilterra, magari un anno non arrivano in finale, l’anno dopo arrivano in quattro. C’è differenza negli stadi, nell’entusiasmo, nel reagire ad un risultato positivo e negativo»
SULLA FIGLIA IN ARRIVO – «Sappiamo che sarà femmina, se vorrà giocare a calcio o no lo vedremo solo più avanti. L’influenza della madre forse sarà superiore alla mia, però sarà divertente vedere come crescerà, senza pressioni».