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ESCLUSIVA MN24 – Bargiggia: «Per Donnarumma occhio alla Juve. Su Rangnick…»
Abbiamo intervistato in esclusiva Paolo Bargiggia, con il quale abbiamo parlato dell’attualità riguardante il Milan a 360 gradi
Abbiamo intervistato in esclusiva Paolo Bargiggia, noto giornalista e volto televisivo. Con lui abbiamo parlato dell’attualità rossonera, dal possibile arrivo di Ranngick fino alle questioni dirigenziali. Lasciando spazio anche a un giudizio critico sulla situazione del campionato italiano.
Partiamo dal tema più scottante. Rangnick al Milan: crede che le smentite dietro l’accordo tra le parti siano solamente di facciata?
«Su Rangnick sono abbastanza convinto e non ho mai virato dalla mia idea iniziale. Era ovvio che nell’intervista non potesse andare oltre a quel detto-non detto, limitandosi ad asserire di non aver firmato con il Milan. Per il momento infatti ha un contratto in corso con il gruppo RedBull ed era logico rispondesse così. I segnali comunque portano tutti al buon esito della trattativa. Anche perché se Boban si è esposto così tanto a riguardo, vuol dire che aveva delle certezze. Credo quindi che si andrà verso questa direzione. Il suo arrivo rappresenterebbe sicuramente una curiosità, perché esce dai radar dai soliti giri di mercato. Rangnick è infatti una figura in Italia piuttosto misteriosa e nessuno di noi ha dei rapporti con lui. Quindi anche andare a capire come sarà costruito il Milan e l’entità del progetto sportivo sarà difficile. Le perplessità invece riguardano la figura di allenatore-manager, modello Arsenal, che nel nostro paese è ancora un ruolo sconosciuto. La discutibile gestione rossonera d’avvio di Gazidis, inoltre, alimenta le perplessità dietro questa scelta»
Spostiamoci ora verso la dirigenza. Come giudica il breve operato di Boban e Maldini? E quale sarà il destino di quest’ultimo?
«Non ho mai creduto molto alle bandiere da sventolare a prescindere dentro un club, nonostante il legame con il passato e con i valori della società rappresenti a volte un elemento necessario e utile. Secondo me entrambi hanno ricoperto ruoli che non avevano mai occupato, non essendo giustamente nati imparati. Non mi ha esaltato la loro gestione, anche se la realtà in cui agivano era problematica. Devo dire però che alcune operazioni, come quella di Theo Hernandez e Rebic, si sono poi rivelate come ottimi affari. Per due soggetti alle prime armi, e con un approccio da grandi ex calciatori, un po’ di umiltà in più comunque sarebbe servita. Penso che anche Maldini non rimarrà, anche perché se lo facesse sconfesserebbe l’amico Boban e la filosofia di lavoro che condividevano, per la quale Maldini stesso aveva dichiarato di non ritenere Rangnick un profilo adatto al Milan. Non credo poi che la società gli possa dare i margini di azione e decisione che lui vorrebbe avere. Una piccola percentuale di permanenza la riservo, ma è bassa»
Arriviamo quindi ai giocatori. La permanenza di Ibrahimovic al Milan sembra essere sempre meno probabile…
«Con Ibrahimovic a livello mediatico ci siamo spinti troppo avanti, promuovendo l’equazione automatica: via Boban via Ibra. Devo dire che poi si è capito che chi lo scriveva era spinto da informazioni un po’ di parte. E’ chiaro che Ibra è uno che decide con la sua testa e può fare qualsiasi cosa. Se il Milan volesse continuare il rapporto dovrebbero ridiscutere l’impegno economico preso in inverno e quindi il rinnovo. Adesso i rossoneri però faranno ulteriori calcoli sul tetto salariale e non credo che troveranno in Ibra un’eccezione per sforare. Ricordiamoci che il Milan è una delle realtà più fragili e indecifrabili in tal senso»
Il rinnovo di Donnarumma è sempre un mistero. Facciamo un punto della situazione, anche in rapporto agli altri elementi della scuderia Raiola
«Partendo da Romagnoli, la soluzione sarebbe trovare un acquirente importante adesso e venderlo a un anno e mezzo dalla scadenza del contratto, perché se lo porti ancora una stagione ti trovi nella situazione di Donnarumma. Credo che prezzi e valutazione siano ancora un punto di domanda visto il periodo che stiamo vivendo. Non sappiamo infatti nemmeno se riprenderanno a giocare e quanto potranno i club ridurre le perdite. Donnarumma ha delle offerte: alla Juve interessa, al Psg pure, in Inghilterra piace la Chelsea. Sia Donnarumma che Romagnoli o li vendi quest’anno, oppure deve arrivare un bel rinnovo. Qualcosa su cui ripartire dovrebbe tenerlo il Milan se vuole risorgere dalle proprie ceneri. Sicuramente il fatto che fino ad oggi le parti non si siano sedute per il rinnovo di contratto (per Donnarumma), lascia presagire ad una cessione. Non bisogna trascurare il rischio di perderlo per la Juve tra un anno. Szczesny ha appena rinnovato, non hanno fretta i bianconeri e potrebbero approfittare di questa situazione. Concludendo con Bonaventura: il giocatore ha estimatori in tutto il campionato, dal Torino alla Fiorentina Lazio»
Si parla sempre di una possibile ripartenza del campionato di Serie A nel mese di maggio. Secondo lei ha senso?
«Secondo me non avrebbe senso. Ma abbiamo capito che l’aspetto economico a volte prevale sulla salute. Dopo un mese di lockdown ci sono già le regioni e le aziende che premono per riaprire. mi pare di capire che alla fine comandino business e denaro. La Serie A ha un interesse economico per ripartire. Alla lunga credo che anche la a farlo, ma lo sapremo tra non meno di una settimana. Se riusciranno ad inizio maggio a riprendere con gli allenamenti, è ipotizzabile che tra la fine dello stesso mese e inizio giugno il campionato continui. Credo però a porte chiuse. La Serie A muove l’1% del PIL italiano e se non riparte perde molti soldi. In questo senso quindi ci sta che voglia e possa ripartire. anche se è molto faticoso da accettare e attuare. Mi stupisco poi dell’interesse di poltrone che spinge i campionati di Serie B e C, speranzosi di ripartire, senza seguire l’esempio di altri sport, che hanno dichiarato chiusa la stagione»
Concludiamo con un commento alle voci, sempre più insistenti, che accostano Icardi al Milan. Quanto c’è di vero?
«Per Icardi al Milan non ho segnali e penso sia impossibile: è costosissimo per cartellino e stipendio. Vuole tornare in italia ma probabilmente andrà alla Juventus. Il Milan non ha la forza economica per questa operazione. Guadagna 7 milioni più bonus ed è insostenibile. Non è in una fase della carriera, come Ibra, in cui può permettersi di fare scelte di vita. Ha 27 anni è nel pieno e vuole andare alla Juve. Vedremo cosa succederà. Il Milan dopo Ibra dovrà essere bravo a gestire la vicenda Rebic, provandolo a riscattare con un anno di anticipo. Tenendolo ancora in prestito rischi di perderlo in un batter d’occhio alla fine della prossima stagione. Andrebbe pagato subito quest’estate e gli andrebbe alzato lo stipendio. Anche Theo sarà un piccolo problema, vorrà guadagnare di più. Credo che il Mian debba innanzitutto concentrarsi su queste situazioni».