Editoriali
La decidono i singoli contro un Milan generoso: Elliott, quando i rinforzi?
Un Milan nel complesso generoso cade sotto i colpi di Chiesa, Pioli non può fare sempre i miracoli, ora tocca ad Elliott
Sulla carta era una sfida scudetto, ne erano consapevoli (al di là delle frasi di circostanza) sia Stefano Pioli che Andrea Pirlo. I rossoneri, nonostante le assenze pesanti, hanno saputo mantenere la propria identità, facendo di necessità virtù e cadendo solo sotto i colpi dei singoli.
La chiave tattica, come vi avevamo preannunciato, è stata la fascia sinistra del Milan, dove Theo Hernandez e Chiesa si sono dati battaglia. Pirlo ha voluto tenere basso il terzino rossonero, dando pochi compiti difensivi a Chiesa. A parte le fiammate del bianconero, il Milan ha saputo tenere testa sfiorando il gol in un paio di occasioni con Leao.
A fine primo tempo gli sforzi hanno pagato, con una giocata di Calabria, fino a quel momento un po’ in sofferenza in un ruolo non proprio. Il Milan, come prevedibile, è calato nella ripresa.
Sul piano del gioco la Juve non ha fatto molto di più, ma si è affidata ai singoli (oggi Chiesa) e ai cambi (Kulusevski e Mc Kennie che hanno confezionato il terzo gol). Stefano Pioli non ha potuto fare lo stesso, privo di pedine fondamentali, ma soprattutto privo di alternative. Brahim Diaz è stata l’unica vera carta spendibile, oltre alla gioventù terribile rappresentata da Kalulu, Daniel Maldini e Colombo.
È sempre più palese che l’allenatore rossonero non potrà continuare a fare i miracoli, Elliott non può far finta di non vedere le lacune della rosa: un centrocampista, un vice Ibrahimovic, almeno un difensore centrale. Vedremo quali sono le reali ambizioni, non di un gruppo di giocatori e di un allenatore che stanno facendo il massimo, ma del proprietario del Milan.