Conferenza stampa Pessina: «Avevo quasi smesso, vi svelo come stiamo»
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Conferenza stampa Pessina: «Avevo quasi smesso, vi svelo come stiamo»

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Matteo Pessina è in un certo senso il volto di questa Nazionale: ecco le parole del centrocampista dell’Italia

Matteo Pessina è per certi versi il volto dell’Italia di Mancini a Euro 2020. Ecco le sue parole in conferenza stampa.

L’EUROPEO DI PESSINA – «Ero partito come ventisettesimo, non ci pensavo però più di tanto. Mi sono sentito parte di questo gruppo, sempre. Sono rimasto qui anche i primi giorni, il mister mi aveva chiesto la cortesia di restare e di vedere come andavano le cose. Poi si è infortunato Stefano (Sensi, ndr) e sono rientrato in lista. Mi sono sempre sentito parte del gruppo dalla prima convocazione, è la cosa bella di questo gruppo: Mancini ci fa sentire tutti importanti».

INGINOCCHIARSI – «Non ne avevamo parlato col Galles, ci hanno colto alla sprovvista. Ora la pensiamo tutti uguale ed è questo il nostro punto di vista».

ITALIA FAVORITA – «Solo gli altri se ne sono resi conto ora, noi l’abbiamo sempre pensato. Siamo forti, abbiamo giovani, esperienza, abbiamo fatto una striscia di vittorie importantissime. Se gli altri se ne sono resi conto sono contento ma l’ho sempre pensato: non lo diciamo mai, anche tra di noi. Non parliamo della finale nel gruppo, ci concentriamo gara dopo gara».

CALCIATORI CHE STUDIANO – «L’ho sempre pensato: ho avuto la fortuna di avere dei genitori che hanno sempre creduto in questo, nello studio, come i nonni. E’ sempre venuto prima lo studio del calcio: ho sempre visto la partita così: il premio dopo aver studiato e me lo sono portato avanti. Credo che la cosa che il calciatore debba far solo quello sia abbattuta: siamo ragazzi intelligenti, siamo bravi ragazzi con altre passioni, altri hobby».

MOMENTI DIFFICILI E FAMIGLIA – «Mi ritengo fortunato. Mi hanno tenuto coi piedi per terra, da quando ero bambino. Cerco di sentirli spesso, mi faccio dare consigli e i loro sono i più importanti. I momenti difficili ci sono stati: in C non giocavo, è stato difficile, ho anche pensato di smettere».

MANCINI – «Ci dice di stare sereni. Prima dell’Austria ci ha detto ‘divertitevi ma con la tensione giusta’, ed è quel che fa di una grande sfida una partita memorabile. Dopo, si son dette tante cose: dopo la vittoria, entusiasmo da parte di tutti per il percorso che stiamo facendo, per quel che facciamo vedere agli italiani e per la passione che portiamo nelle case degli italiani. Ed è questa la cosa più bella».

BELGIO – «Sarà difficilissima, ancora di più: non tanto per la fisicità ma per la loro qualità, hanno giocatori fortissimi. Se vogliamo arrivare in fondo dobbiamo incontrare le più forti e ora ci sono solo le più forti».

TITOLARE COL BELGIO – «Siamo sempre tutti pronti, l’avete visto. Quando son stato chiamato in causa ho risposto presente. Il mister manda sempre in campo la formazione che sia la più forte in quel momento e per affrontare chi ha di fronte. Però sa che qualcuno può dare di più anche non partendo titolare. Tutti entriamo e ci sentiamo chiamati in causa. Poi il mister farà delle scelte e sarò pronto».

RUOLO – «Giochiamo diversamente tra Atalanta e Nazionale: nel mio ruolo mi si chiede di essere il raccordo tra centrocampo e attacco, di inserirmi in quella posizione che è una via di mezzo. Non devo dar punti di riferimento, non sono mezzala, non sono trequartista, non sono attaccante. Non dare punti di riferimento fa saltare le linee, fa creare qualcosa».

DE BRUYNE HAZARD – «De Bruyne ha dimostrato negli ultimi anni di essere uno dei più forti del mondo. Se non ci fosse sarebbe meglio per noi. Però lo vorrei sul campo, vorrei provare a fermarlo».

CHIELLINI – «Il ritorno di Giorgio ci darebbe un grande aiuto, sapete quanto conti la sua presenza fisica e psicologica. Ci dà solidità, non devo dirlo certamente io. Però chi ha giocato si è fatto trovare pronto, si è fatto valere».

ATALANTA IN NAZIONALE – «La palla si muove veloce anche qui, le similitudini ci sono. Negli ultimi metri diamo spazio alla fantasia, come con Gasperini e poi la riaggressione alta, andiamo sempre in avanti: e se salta il primo pressing, torniamo tutti indietro».

 

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