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Calabria, uno degli ultimi superstiti di un senso di appartenenza oggi raro
La titolarità con la fascia da capitano al braccio è un punto di arrivo per Calabria legato al Milan come pochi ormai oggi con i loro club
Certe maglie hanno un peso. Per chi più chi meno, l’importanza può variare a seconda di vari fattori, su tutti: età di chi la indossa e storia del club e dei giocatori che l’hanno indossata prima di te. Se poi ti chiami Davide Calabria e di ruolo fai il terzino nel club in cui, parte della storia e dei successi l’ha fatta uno come Paolo Maldini che di mestiere ha fatto prima il terzino poi il difensore centrale, per lo più con tanto di fascia da capitano al braccio, sei spronato a dare, giorno dopo giorno, sempre di più. L’obiettivo di Calabria, tifoso rossonero fin da bambino, è sempre stato quello di giocare nel Milan. Non solo c’è riuscito ma pian piano da quell’ esordio ufficiale nel 2015 ha saputo anche togliersi delle soddisfazioni perchè come ha detto stesso lui in un’ intervista rilasciata a Sky Sport: «Ogni tanto la vita ti toglie ma te lo ridà». L’ultima soddisfazione che ha saputo togliersi è la titolarità, nel match contro il Panathinaikos, con la fascia di capitano al braccio e la gioia di esser arrivato a questo traguardo, è la dimostrazione di quel senso di appartenenza, provato, anche nero su bianco, da quel rinnovo di contratto che altri al posto suo hanno preferito declinare, preferendo altre eperienze. Senso di appartenenza che ci si augura resti vivo, in nome di quegli appassionati che credono che nel calcio ci sia ancora del romanticismo.