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Vitali Kutuzov in ESCLUSIVA a MN24: “Vi racconto come arrivai al Milan”

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Vitali Kutuzov difficilmente verrà dimenticato dai tifosi del Milan. Nonostante le sole 2 presenze in maglia rossonera infatti, l’attaccante bielorusso nativo di Pinsk, è rimasto nella memoria di ogni tifoso del Diavolo per il modo in cui arrivò a Milanello; la leggenda narra infatti che Adriano Galliani si innamorò calcisticamente di lui in occasione della partita tra Bate Borisov (suo club di appartenenza) e Milan valida per la Coppa UEFA 2001-2002 e lo acquistò addirittura durante l’intervallo della gara.

Kutuzov, che in Italia ha vestito anche le maglie di Avellino, Sampdoria e Parma, ha rilasciato un intervista esclusiva alla redazione di MilanNews24.com per parlare del suo arrivo al Milan e molto altro, ecco le sue dichiarazioni rilasciate ai nostri microfoni:

Kutuzov ci puoi raccontare il tuo arrivo al Milan? E’ vera la storia che si racconta?

Non lo so se Galliani mi conosceva già o mi ha scoperto durante quella partita, quello che so è che il Dottore era in tribuna e dopo quella partita fui acquistato dal Milan. Un dirigente rossonero dopo la gara rimase con me per firmare il contratto ma l’accordo comunque arrivò in un secondo momento, quando il presidente del Bate arrivò a Milano per chiudere il trasferimento.

La tua esperienza in rossonero non fu fortunata, troppa concorrenza in attacco?

Arrivai al Milan giovanissimo e non ero pronto, soprattutto mentalmente, non potevo giocare a quei livelli. Un grande ostacolo fu la lingua, non parlavo una parola di italiano. Era un ambiente completamente nuovo, mi mancò la tranquillità necessaria. Se fossi arrivato con 3/4 anni di più sarebbe stato tutto diverso. In ogni caso devo tutto al Milan, mi ha svoltato la carriera, soprattutto in ottica Nazionale, dove arrivai subito in quella maggiore.

Come vedi il Milan attuale, può arrivare al terzo posto?

E’ difficile, dipende dalle altre squadre. Può farcela ma i punti di distacco dal terzo posto sono tanti. Negli ultimi 4/5 anni ho visto un Milan in difficoltà, è cambiato molto rispetto a quando arrivai io, c’è qualcosa che non funziona ma non so cosa.

Sei stato allenato da grandi tecnici, da Ancelotti a Zeman, da Conte a Ranieri: qual’è stato il più importante per la tua carriera?

Non posso fare un nome perché ne ho avuti davvero tanti, chi più bravo e chi meno, ma ho avuto la fortuna di essere allenato da nomi come Fatih Terim, Carlo Ancelotti, Claudio Ranieri e Antonio Conte. Se devo proprio scegliere dico Giampiero Ventura, perché con lui ho un rapporto davvero particolare, siamo anche amici.

Hai qualche giovane calciatore dell’est europa da consigliare per il Milan?

E’ difficile perché in Italia c’è poca fiducia per i giovani, non consiglierei a un ragazzo di andare lì. Anche per me è stato molto difficile arrivare giovanissimo nel vostro paese.

Hai smesso nel 2012 di giocare a calcio ma hai subito cominciato con un altro sport: l’hockey su ghiaccio. Giochi come portiere in una squadra che si chiama “Diavolo Rossoneri”, ma allora il Milan è sempre presenta nella tua vita?

Si è vero. Gioco ancora per tenermi in forma e mi diverto un sacco, ho trovato un gruppo di amici e un ambiente nuovo. E molto diverso dal calcio e ho scelto un ruolo particolare, non posso sbagliare.

 

 

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