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VAR e gol in fuorigioco: perché Acerbi sì mentre Kalulu e Giroud no?
Fa molto discutere l’assegnazione del gol di Acerbi in netto fuorigioco col VAR silente mentre con il Milan è stato fin troppo ‘interventista’
Se c’è una cosa da considerare certa in epoca VAR, era senz’altro il fuorigioco (ci avevano detto, ndr). “Il fuorigioco è oggettivo” hanno ripetuto a più riprese vertici arbitrali e commentatori vari, lasciando intendere che non ci fosse motivo di obiettare le decisioni assunte in relazione alla Regola 11.
Eppure, questa tanto decantata ‘oggettività‘, in questa stagione ha cominciato a vacillare introducendo i concetti di ‘fuorigioco geografico’ con Giroud che ha avuto la sola colpa di essere caduto a terra mentre Kessie segnava il pareggio con il Napoli e di ‘fuorigioco per disturbo della visuale’ con il povero Kalulu che ha avuto la colpa di spostarsi proprio per non impallare il tiro di Bennacer nel derby di Coppa.
I vertici arbitrali, in entrambe le circostanze, hanno lasciato trapelare che si sia trattato di applicazione corretta del regolamento, affermazione che ha mandato su tutte le furie i tifosi rossoneri ma che soprattutto si schianta quasi tragicomicamente dopo quanto accaduto sabato sera al Picco di La Spezia.
Le prese di posizione non sono mancate, tra Mourinho che con la consueta ironia ha dichiarato: “22 anni fa si poteva vincere una partita con un gol in fuorigioco, dopo 22 anni è ancora possibile vincere una partita con un gol in fuorigioco”.
Ancora più duro è stato Fabio Caressa che, nel consueto appuntamento del Club domenica sera ha dichiarato: “Le cose sono due; o c’è stato un problema di comunicazione tra arbitro e VAR oppure si è trattato di errore tecnico e la partita andrebbe ripetuta”. Anche l’ex arbitro Luca Marelli ha paventato l’ipotesi di errore tecnico: “La sensazione è che in sala VAR abbiano preso una topica” ha twittato il commentatore di DAZN.
L’impressione, a 48 ore di distanza dal gol di Acerbi, è che in sala VAR abbiano tracciato la linea del fuorigioco prendendo come riferimento l’ultimo difendente, Reca, anziché sul penultimo difendente, Nikolau. L’equivoco nascerebbe (il condizionale è quantomai d’obbligo, ndr) dal fatto che, di solito, la linea si traccia sull’ultimo difensore perché tanto il portiere è in porta per cui l’ultimo difensore è anche il penultimo difendente. Nel caso di specie, per la dinamica dell’azione, Provedel è più lontano dalla linea di porta rispetto a due suoi difensori e pertanto penultimo difendente e penultimo difensore, per una volta, coincidono. Non si ha certezza che in sala VAR abbiano commesso un errore tanto grossolano ma proprio per questo verosimile.
Un errore che, se certificato sul referto arbitrale, potrebbe portare alla ripetizione della partita (anche se su questo Marelli non è d’accordo, ndr) perché qui non siamo di fronte ad un errore di valutazione come ce ne possono essere tanti (vedi contatto Belotti-Ranocchia, ndr) ma ad un ‘errore tecnico’ ossia di errata applicazione di una norma. Ironia della sorte, la stessa norma che, applicata da provetti ‘Azzeccagarbugli’ di manzoniana memoria, ha consentito di annullare due reti regolari del Milan, o quantomeno ‘più regolari’ del gol di Acerbi a La Spezia…