Marsiglia Milan: l'arbitro racconta la verità - Milan News 24
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Marsiglia Milan: l’arbitro racconta la verità

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Olympique Marsiglia-Milan non è mai una partita come tutte le altre, e i tifosi milanisti non dimenricheranno mai quella partita. Durante la partita giocata dal Milan contro il Marsiglia in Francia, la sera del 20 marzo 1991 – ritorno dei quarti di finale di Coppa Campioni, dopo che la partita di andata era terminata 1-1 – uno dei quattro riflettori dello stadio “Vélodrome” smise di funzionare all’87° del secondo tempo, quando il risultato era 1-0 per il Marsiglia. Aveva segnato l’inglese Chris Waddle al 75° minuto, e con quel risultato il Marsiglia si sarebbe qualificato per la semifinale eliminando il Milan, che in quella partita non stava combinando granché.

Su ordine di Adriano Galliani la squadra si rifiuta di proseguire a causa della scarsa visibilità, nonostante l’ordine del direttore di gara di riprendere il gioco. Non solo l’Uefa riconosce il risultato al club francese (che passa in semifinale), ma decide poi di escludere quello rossonero per un anno dalle competizioni.

OLYMPIQUE MARSIGLIA MILAN, PARLA L’ARBITRO – Sulla vicenda è tornato il direttore di gara Karlsson, che ai microfoni de L’Equipe ha ricostruito la vicenda:

«Resta una partita speciale, difficile da dimenticare. Non ho mai arbitrato un match nel quale una squadra si rifiuta di riprendere a giocare. Quella notte tutti siamo rimasti sorpresi dal comportamento del Milan. Prima di ogni partita l’arbitro controlla l’impianto per evitare possibili incidenti tecnici. Quella sera mi dissero che ci sarebbero voluti otto minuti per riavviare i riflettori, quindi ho parlato con il delegato UEFA Senes Erzik e deciso di far proseguire la partita perché la visibilità era sufficiente, ma il Milan è rimasto all’ingresso del tunnel che porta negli spogliatoi. Ho fischiato la ripresa della partita, ma non c’era nessun giocatore rossonero e allora ho dato il fischio finale. Non sapevo cosa sarebbe successo, se il risultato sarebbe stato approvato o meno, ma ricordo le parole dei miei assistenti: “Potrebbe essere la mia ultima partita”. Un paio di settimane dopo, però, l’Uefa mi incaricò di arbitrare la finale di Coppe delle Coppe».

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