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Milan, ostacolo Tottenham: dove possono arrivare i rossoneri in Champions?
L’evidenza è sotto gli occhi di tutti, le ragioni un po’ meno.
Il Milan è imploso con l’inizio del 2023 e adesso preoccupa anche il cammino in Champions. Qualcuno parla del mercato flop e dei grandi assenti, alibi sufficienti a scagionare il tecnico rossonero: le responsabilità andrebbero sicuramente condivise con club, dirigenti e giocatori, e l’addio di atleti come Kessie sta pesando più del normale. Altri accusano direttamente Pioli, responsabile dei problemi tattici e della gestione del collettivo, soprattutto dei giovani. Molto però, è imputabile anche al crollo delle motivazioni. E i dati su alcuni giocatori, vedi Leao 2022-23, sono impietosi, con un calo di rendimento e di statistiche imbarazzante. A questo punto della stagione viene da chiedersi dove può realmente arrivare il Milan in Champions, considerando ormai sfumato l’obiettivo scudetto.
La tradizione del passato e il blasone in questi casi non conta. Il Milan non rientra affatto tra le favorite individuate dalle quote vincente Champions che invece puntano tutto sul Manchester City di Pep Guardiola, al centro di feroci polemiche sul fair play finanziario in Premier. Vedremo quanto riuscirà a reggere le pressioni esterne e fin dove arriveranno i Haaland e compagni, che per adesso hanno come unico, vero avversario, il PSG e il solito Bayern Monaco. Occhio, in ogni caso, al Napoli.
Il Milan è obbligato a guardare ai problemi in casa e ad osservare il prossimo avversario di coppa, il Tottenham di Antonio Conte che in Premier si gioca un piazzamento plausibile in Champions alle spalle di Newcastle, United e City. Irraggiungibile l’Arsenal, primo in classifica. Attualmente il Tottenham è la quinta forza del campionato per punti realizzati e una delle più forti del torneo, con uno scatenato Harry Kane che alla 22° di ritorno ha segnato già 17 gol. Anche per questo i londinesi sono tra le formazioni con più reti segnate finora. Tra le squadre di vertice è invece quella che ha subito più gol: punto debole di cui approfittare.
Profuma anche di vecchio derby, quello tra Milan e Tottenham, che oltre a ritrovare il tecnico pugliese da avversario, ritrova l’altro ex interista Perisic, uno dei pilastri del centrocampo inglese assieme all’ex bianconero Bentancur. Conte, in carica dal 2021, come di consueto gioca a tre anche in Inghilterra (3-4-3 oppure 3-4-1-2), con Dier inamovibile al centro, Romero a destra e Davies a sinistra. Centrocampo tipo con Emerson Royal, Bentancur, Hojbjerg, Perisic. In avanti Kane prima punta, affiancato da Son e dal ballottaggio Richarlison/Kulusevski. Intensità, ritmo e foga agonistica sono caratteri tipici della Premier ma anche dei club allenati da Antonio Conte. La grinta degli Spurs, al cospetto del calo mentale che attanaglia i rossoneri, potrebbe essere la vera cartina al tornasole di una possibile debacle. In altre parole, oltre che al fisico, servirà soprattutto la testa per domare il Tottenham.
Una delle caratteristiche della squadra di Conte è proprio questa, non molla mai ed è una delle prime squadre di Premier per punti recuperati da situazione di svantaggio, anche nei gironi di Champions. É una squadra che prende gol e negli scontri diretti giocati finora non ha mai mostrato grande temperamento: solo un pareggio con il Chelsea, poi sconfitte con United, Arsenal e Liverpool. Ma è recentissima la vittoria di misura sul City con il solito Harry Kane marcatore. Insomma, per superare il turno, il Milan dovrà tornare a giocare da Milan, come quello visto nel 2022.
“Sarà una partite difficile”, aveva affermato Pioli all’indomani degli accoppiamenti, “contro un avversario forte e un grande allenatore che ci conosce bene. In un ottavo di Champions è impensabile trovare avversari facili. Sarà stimolante, vogliamo giocarcela con le nostre qualità e consapevolezza. Potevano esserci City o Bayern? Le imbattibili non esistono, ma il nostro livello dovrà essere altissimo. Sappiamo delle qualità degli avversari, ma se siamo qui è perché la squadra ha spessore. Giocheremo con l’intenzione di passare”. In totale, quattro precedenti e zero vittorie rossonere in Europa, l’ultima proprio in un ottavo di finale del 2011 famoso per un faccia a faccia Gattuso-Joe Jordan. Ma oggi è un’altra storia. Andata al San Siro, ritorno al Jimmy Greaves Stadium, o New White Hart Lane dopo il classico rifacimento all’inglese del 2019. Un motivo di preoccupazione in più per i rossoneri che giocheranno il ritorno nella tana inglese. Con un Maignan sempre più lontano, l’attenzione è su Ibra, che potrebbe a breve tornare in campo e supportare la squadra non solo sul versante del gioco ma anche, e soprattutto, su quello motivazionale. Il Milan ne ha bisogno.