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Esonero Mihajlovic: alle radici della scelta drastica

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Si diceva che Mihajlovic potesse resistere sino alla finale di Coppa Italia, perchè là meritava di essere giudicato. Gli è stata però negata questa possibilità, per molti tifosi un “diritto” sacrosanto, visto anche il materiale con cui ha dovuto lavorare. Invece dentro subito Brocchi, senza nemmeno attendere la bandiera a scacchi di un’annata nata sotto auspici poco favorevoli, come tra l’altro, aveva fatto ben presagire il caso Mexes.

ESONERO MIHAJLOVIC: IL FONDO DELLA QUESTIONE. Perchè tuttavia anticipare l’esonero del serbo, comunque preventivabile in estate? La decisione presa nei piani alti di Via Aldo Rossi sembra sia stata dettata in primis proprio dalla volontà della proprietà, di testare Brocchi nello scorcio conclusivo di stagione. Tanto più che il dispendio economico da corrispondere a Mihajlovic fino a giugno da parte del Milan, non sarebbe cambiato in ogni caso. Viene poi difficile pensare che uno con la verve agonistica dell’ormai ex rossonero possa restare l’intera prossima estate senza l’ombra dell’offerta giusta. Almeno, questa è naturalmente, la speranza del Diavolo ora. Ma c’è un’altra motivazione, rimasta un po’ più defilata fino ad adesso. E riguarda Kevin Prince Boateng. Il ghanese è stato l’unico acquisto dell’ultimo mercato di riparazione, e, gol illusorio con la Fiorentina a parte, pare che Mihajlovic ne abbia da subito battezzato la condizione e il ruolo di gregario. Un atteggiamento che la società probabilmente non ha mandato giù, volendo vedere Prince più spesso in campo, soprattutto per giustificare l’operazione-recupero, che col senno del poi, può considerarsi fallita.

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