Conferenza Mourinho: «Corsa Champions? Non ci riguarda»
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Conferenza Mourinho: «Corsa Champions? Non ci riguarda»

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José Mourinho ha analizzato in conferenza stampa la sfida pareggiata questo pomeriggio dalla sua Roma contro il Milan

(Inviato all’Olimpico) – José Mourinho, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa dopo il match di Serie A contro il Milan.

QUANTO BRUCIA IL PARI – «Sono triste, ma più orgoglioso. Solo noi possiamo fare quello che abbiamo fatto. Solo noi. Siamo una squadra con limiti, abbiamo perso l’unità ma solo noi potevamo fare questa gara contro il Milan. Loro hanno una squadra in campo e una in panchina. Non sono invidioso di Pioli, è un bravo collega, sempre corretto e simpatico, ma la verità è che loro hanno due squadre e noi metà. Sono triste per come è arrivato il risultato, ma quello che si poteva fare non si è potuto fare. Se hai un difensore centrale in panchina lo metti, se hai esterni alti ti possono chiudere bene dentro e puoi fare certi tipi di cambi. Se hai centrocampisti con un tipo di gioco diretto, come ha fatto il Milan, tutto si può fare. Ma serve la materia prima a disposizione, noi con quello che abbiamo abbiamo fatto una gara straordinaria in tutto, tutti hanno dato il massimo. Con Cristante in difesa si perde un giocatore fondamentale a centrocampo ed entra Bove, che ha fatto molto bene. Poi gli è uscita la spalla. I romanisti andranno a casa tristi per il risultato ma con l’orgoglio tremendo dei ragazzi. La cosa sta diventando nera per noi. Non mi piace fare il dottore, ma Kumbulla sta peggio di tutti».

LOTTA CHAMPIONS – «E’ per quelli che hanno investito per quella. Non c’è partita. Noi siamo lì perchè i ragazzi fanno un lavoro incredibile, ma è il loro obiettivo e non il nostro. Noi siamo là perchè siamo bravi, anche se qualcuno pensa di no. I ragazzi sono bravi, lo staff anche e facciamo tutto il possibile. Là sono gli altri che ci devono stare. La nostra è una stagione fantastica e arriviamo in questa situazione dove tutto si decide con queste difficoltà. Però andiamo. La prossima è con il Monza che ha 24 ore in più per prepararla, che è una cosa normale per noi. E andiamo là».

PUNTI JUVE – «Magari è una difficoltà, magari no. Io sono in Italia da quattro anni, ma è normale. Quando parlano di Giustizia Sportiva io spero che la prossima volta che prendo una squalifica possa andare in panchina, mi devono due partite. Non sono andato in panchina con Lazio e Sassuolo, ora è Serra che è colpevole ma quelle due gare non posso rigiocarle. Paratici povero, ha perso il suo lavoro e adesso può tornare a lavorare nel calcio. Non posso dirti che ha influito, ma nel mio pensiero ho sempre guardato alla Juve con 15 punti, che Max e i giocatori hanno guadagnato sul campo. Una cosa sono loro, un’altra la giustizia. Però ci divertiamo».

INFORTUNATI – «Se parliamo di infortunati devo fare il dottore e non mi piace. Karsdorp penso di non vederlo più in campo, così come Llorente e Kumbulla. Smalling sicuramente abbiamo la speranza di averlo, forse per una partita o due. Wijnaldum è quello che è più vicino al recupero, Paulo non so perchè abbiamo protetto l’adduttore per tornare contro l’Atalanta. Lui era in panchina però sapevamo che non poteva giocare. Però andiamo avanti, ho fatto l’allenatore per tanti anni con la pancia piena di rose con mille opzioni, ora devo stare con un gruppo di ragazzi straordinario. Sono super orgoglioso di lavorare con loro».

LEAO – «E’ stratosferico, quando sta nel suo habitat naturale, cioè avere spazio per andare in profondità, è devastante. Noi abbiamo protetto lì con Celik che lo conosce bene, poi con Mancini e poi Ibanez che è abituato a scivolare. Abbiamo fatto la pressione in modo asimmetrico controllando abbastanza bene. Grande sforzo di tutti. Poi mi sono dimenticato di Belotti, lui diceva di non poter respirare. Abraham? Ha chiesto il cambio ma non volevo farlo perchè era uno che mi poteva aiutare sulle palle inattive, dove il Milan continuava a mettere in campo De Ketelaere, Origi, Thiaw… Si deve fare il sacrificio da parte di tutti».

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