HANNO DETTO
Cardinale al Financial Times: «Ibrahimovic è la mia voce al Milan. Nuovo stadio? Lo faremo e vi svelo questo. Su Pioli…»
Cardinale al Financial Times: «Ibrahimovic è la mia voce al Milan con giocatori, staff e chiunque» . Le dichiarazioni del proprietario del club
Gerry Cardinale, proprietario del Milan, ha parlato al Financial Times analizzando il ruolo di Ibrahimovic, presente anche lui all’intervista, e sul nuovo stadio.
SU IBRAHIMOVIC – «Zlatan Ibrahimovic mi permette di essere negli Stati Uniti e allo stesso tempo di essere a Milano. Ha l’autorità di essere la mia voce al Milan con giocatori, staff e chiunque. Il modo in cui Zlatan parla ai giocatori, facendo da tramite per la proprietà, è davvero unico. Non voglio andare io negli spogliatoi a farlo, voglio che sia Zlatan a farlo. Sia io che i tifosi abbiamo un “lavoro”, loro sono i miei partner in tutto questo. Loro sostengono la parte emozionale, è fantastico. Il mio lavoro è quello di creare valore e non posso farlo se sono coinvolto emotivamente. È difficile da fare, devi essere disciplinato. Sono un essere umano anche io, voglio vincere più di chiunque altro. C’è sempre qualcuno come Zlatan nelle squadre vincenti, qualcuno che ha l’urgenza di vincere, ma io non avrei la stessa credibilità di chi ha vinto. Ci vuole una figura del genere nello spogliatoio che inculchi questo tipo di urgenza».
SUL NUOVO STADIO – «Si lo faremo. Milano sarà il posto perfetto. Dovrebbe essere giusto per la Serie A e per il campionato. Farò una compagnia per costruire lo stadio e spero che lo possa fare per tutta la Serie A. Io amo San Siro. La domanda è possiamo migliorare? La risposta è si. Abbiamo tanta esperienza nel costruire stadi».
SUL POSSIBILE CAMBIO DI ALLENATORE – «Tutto intorno al Milan ha bisogno di evolversi. Guarderemo al personale, ci sono stati tanti infortuni. Non siamo soddisfatti che non siamo primi. Siamo giovani e nuovi. Ma non facciamo bene non facendo male».
SUL LASCIARE IL CALCIO – «Penso che il miglior modo per non uscire, sia non uscire. Spero di trovare un modo di capitalizzare il mio investimento. Ci sono molti modi, ma non siamo nemmeno vicini per farlo».
SUGLI INFORTUNI – «Se compri un giocatore e non ce l’hai disponibile, cosa paghi a fare il suo cartellino? È frustrante, e si gioca tanto. Va migliorato l’aspetto medico nel Milan».
SUL CAMPIONATO – «Non siamo soddisfatti di non essere primi e non facendo male non significa che stiamo facendo bene. Ci sono stati tanti infortuni, dovremo valutare il nostro staff…».
MOTIVO DELLA SCELTA DI ZLATAN – «La cosa positiva di aver osservato per un anno è che ho avuto la possibilità di conoscere Zlatan. Quando l’ho incontrato ero davvero molto curioso. Volevo prendere il suo far parte del mondo sportivo più importante d’Europa e metterlo nel nostro mondo di intendere gli investimenti. Quando qualcuno compra un club inizia a metterci dentro consulenti e dirigenti di vario tipo, tutte cose con cui persone come me hanno familiarità. Ma chi conosce il calcio europeo e il Milan meglio di Ibra? È il più grande uomo squadra che io abbia mai incontrato. Non parlo solo di campo: la sua umiltà, la sua intelligenza. Abbiamo esperienza di collaborazione con persone come lui, da Dwayne Johnson a LeBron James passando per Ben Affleck e Matt Demon e in Zlatan vedo le stesse cose. Se riesci a trovare persone che possono scavalcare il loro mondo e campo per entrare nel mio allora vai a creare una partnership molto potente»
POSSIBILE DISACCORDO CON ZLATAN – «Quando abbiamo iniziato a parlare di questo la cosa più importante che io guardo in qualcuno quando devo portarlo in RedBird è se siamo allineati in termini di valori, cultura e obiettivi. È stato subito chiaro per me che eravamo affini. Ad oggi non c’è stato nessun motivo di disaccordo: io imparo tanto da lui, e spero che lui faccia altrettanto da me. Fin qui è andata alla grande, e non perché siamo nella fase “luna di miele” in cui va tutto bene, ma perché abbiamo già visto all’inizio che ci spalleggiamo a vicenda sugli obiettivi»