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Brocchi: “Se lottiamo possiamo batterli”
Queste le parole di Cristian Brocchi alla vigilia della finale di Coppa Italia contro la Juventus:
“Non capita tutti i giorni di conquistare una Coppa. Le parole belle del Presidente, la visita dal Santo Padre, fortificano tutto questo. In campo 7-8 Cristian Brocchi? Vincerla non lo so, ma la Juventus farebbe tanta fatica a batterci. Tutte le squadre hanno difetti. L’importante sono la ferocia e la mentalità, cosa che la Juventus ha, oltre alla cattiveria agonistica che detiene. Questa è la dimostrazione che se c’è voglia di lottare, si può riuscirci in tutti i casi. Vincere sarebbe stupendo e grande. Per i tifosi e per chi è stato male in questi anni. Per chi ha voglia di festeggiare e sorridere. In caso di vittoria non bisogna dire che la stagione è stata positiva, perchè negatività e problemi non ci sono stati. L’importante sarebbe in caso migliorare questi ultimi fattori.
Io non mollo mai e questo è chiaro, anche in questo momento difficile. Ho grande determinazione. Siamo alla fine di questo breve percorso, speriamo di levarci una grande soddisfazione. Ho visto uno spirito diverso, ma non mi faccio fregare più. Anche prima della Roma si erano allenati bene e poi è arrivata questa prestazione. Io spero che questa finale possa tirare fuori quello che i giocatori hanno dentro e il loro valore.
A volte bisogna avere il polso della situazione. Per dire le cose giuste da fare. E’ inutile dire cosa eravamo. Ogni giocatore ha il suo amor proprio. Bisogna toccarli su altri punti, sulla realtà di oggi. Domani molti giocatori hanno l’ultima opportunità di conquistarsi il posto. Tutti, nessun escluso. Chi è in scadenza, chi rimarrà, chi andrà altrove. Non bisogna a pensare cosa eravamo, bensì a pensare alla realtà. Si dicono tante cose, spesso non vere. Il ritiro abbiamo preferito anticiparlo per prepararlo al meglio, non c’è stata nessuna discussione. Domani sarà importante lo spirito e il senso di squadra. La Juventus si aiuta sempre, anche quando hanno qualche giocatore in serata no. Domani serve spirito ed unione di gruppo. L’ultima volta che sono entrato in questo stadio era la finale del 2013, e mi rievoca quei pensieri. C’è emozione e non si vede l’ora di scendere in campo. Così da giocatore, così anche domani sera da allenatore per quanto mi riguarda.
Non mi aspettavo niente. E’ stato un periodo difficile, purtroppo in questo momento ci sono episodi che non ci hanno aiutato. Sapevamo che sarebbe stato difficile e che nulla sarebbe stato scontato. E’ stata una esperienza grandiosa. Ho imparato tante cose, di gestione sul campo ed extra campo.
Sono carichissimo di mio. Oramai faccio il mister, ma la vivo emotivamente come un calciatore. Devo avere la giusta lucidità nelle scelte durante la partita per affrontare un allenatore importante e bravo come Allegri. Domani l’unica cosa importante è la squadra, che ha l’occasione di dare una soddisfazione a tifosi e Società. Io ci tengo in maniera esponenziale, anche se ripeto la cosa è più importante la squadra.
Niang si è allenato nelle ultime due settimane e in questa ha continuato nel suo lavoro. E’ stato fatto un piccolo miracolo dall’area medica. Non ha i 90 minuti nelle gambe, non si può pretendere che parta dal primo minuto, ma ho in testa di dargli una chance se avremo bisogno delle sue qualità.
Donnarumma? Lui ci ha dimostrato che non si fa fregare dall’emozione. E’ sereno e tranquillo. Se sei un grande portiere, sopporti le pressioni. Lui questo lo fa senza problemi.
Ci sono dei momenti dove il risultato è più importante di qualsiasi altra cosa. Ho spiegato le mie idee, sperando che abbiate capito i miei pensieri. Domani l’unica cosa che conta è dare filo da torcere alla Juventus, regalare una soddisfazione ai tifosi e alla Società, senza dimenticare i giocatori.
Si legge dal primo giorno che sono arrivato della mia conferma. Io sarei felice di proseguire la mia esperienza qui, iniziando dal pre campionato. Non sono importante io ora, bensì che la squadra si giochi al meglio una finale di Coppa Italia. Se non sarò l’anno prossimo allenatore del Milan, va bene così lo stesso. Il mio sogno l’ho vissuto in tutti i casi.
Lo stress è motivazione in più. Quando sentivo questo da calciatore, ero sicuramente più pronto. Da allenatore è diverso. Dentro di me sono tranquillo ed equilibrato e cercherò di far giocare al massimo la squadra. Sul cambio di sistema di gioco, ci è mancato Bonaventura, uno di quelli che ti permette di cambiare sistema di gioco. Speriamo che domani i giocatori possano dare il 100%. Nella vita è tutto possibile.
Il Presidente è un gran motivatore. E’ bello quando una persona parla, che gli altri sono attenti.
Abate e Antonelli sono due assenze importanti. Hanno dato tanto e che soprattutto non ci danno alternative. Anche per questo è stato provato Romagnoli largo a sinistra contro la Roma. Abbiamo solo De Sciglio e Calabria come terzini.