HANNO DETTO
Thiaw si racconta: «Milano è la mia seconda CASA, sogno di vincere Champions e Mondiale. Ecco cos’è il Milan per me»
Il difensore del Milan, Malick Thiaw, ha detto la sua sul suo presente in rossonero, sui propri compagni e ha svelato i propri sogni
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il difensore del Milan, Malick Thiaw, si racconta così tra presente e sogni per il futuro.
COME MI TROVO A MILANO? – «Molto bene. Posso già definirla la mia seconda casa. Le persone sono cordiali, il cibo è buonissimo, il meteo clemente. Anche la mia famiglia è della stessa idea, questo è importante. Milano è bella e divertente».
COSA MI PIACE FARE IN CITTÀ – «Uscire a mangiare, fare due passi in Duomo. A Milano si può fare di tutto e di più, per questo la amo».
POSTO DEL CUORE? – «San Siro, ovviamente».
IL MIGLIOR RICORDO DI SAN SIRO – «La mia prima partita in Champions, contro il Tottenham. È stata anche la mia prima volta da titolare, una serata indimenticabile».
QUELLA LA GARA DELLA SVOLTA? – «Assolutamente sì, fino a quel momento non giocavo molto. Grazie a quella gara ora le persone sanno chi sono. Ogni calciatore, in carriera, vive almeno una partita del genere. Io l’ho vissuta col Tottenham».
SE MI MANCA LA GERMANIA? – «Certo, è dove sono cresciuto, il luogo che chiamerò sempre casa. Mi mancano la famiglia e gli amici. E alcune cose che si fanno solo perché sei a casa, nella tua comfort zone. È un qualcosa che non si può spiegare».
DIFFICOLTÀ NELLO SCEGIERE LA NAZIONALE CON CUI GIOCARE? – «Non è stato semplice. All’inizio, per via delle origini, non ho saputo dire di no alla Finlandia. Poi però ho scelto la Germania, la nazione che chiamo casa».
L’IMPORTANZA DELL’INTEGRAZIONE – «Tantissimo. Se vivi lontano da casa, devi sforzarti di apprendere la cultura e la lingua del luogo in cui sei, oltre che a socializzare. Ne va del tuo benessere».
IL MIO IDOLO? – «Mio padre. È sempre al mio fianco, mi dà tantissimi consigli sia sulla vita sia sul calcio. Nello sport dico Muhammad Ali, tra i calciatori invece Yaya Touré. Non è il mio idolo ma da piccolo mi piaceva molto».
COSA È PER ME IL MILAN – «Un grandissimo club. A volte fatico ancora a credere di giocare in una squadra del genere. Sono molto grato di aver avuto questa opportunità, darò sempre il massimo per fare del mio meglio e rendere felici tutti, i tifosi e me stesso».
IL COMPAGNO PIÙ FORTE? – «Fisicamente Loftus-Cheek e Maignan. A livello qualitativo Leao e Theo Hernandez, non c’è bisogno che vi spieghi il perché».
IL PIÙ DIVERTENTE? – «Chukwueze».
L’ATTACCANTE PIÙ FORTE CHE HO MARCATO – «Lukaku. È straripante, le sue gambe sono il doppio delle mie».
COME SCELGO LE SCARPE DA CALCIO – «Innanzitutto provandole. Quelle di Under Armour le ho trovate molto comode fin da subito. E poi sono leggerissime, perfette per il mio modo di giocare».
QUANTO UNA SCARPA INFLUISCE NELLA PERFORMANCE – «Più di quel che si crede. Molti giocatori spesso incappano in pessime prestazioni proprio per colpa delle scarpe. È importante che non diano fastidio, né durante né dopo la partita o gli allenamenti. È anche una questione mentale, senza il pensiero delle scarpe hai un problema in meno».
IL MIO SOGNO – «A livello sportivo, vincere la Champions e il Mondiale. Nella vita, continuare a essere una buona persona e avere una grande famiglia. Sono un tipo da famiglia».