Fonseca: «Quando sei al Milan devi lavorare per vincere. I tifosi...»
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Fonseca a Milan TV: «Quando sei al Milan devi lavorare per vincere e per fare questo bisogna rischiare. I tifosi…»

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Fonseca: «Quando sei al Milan devi lavorare per vincere e per fare questo bisogna rischiare. I tifosi…». Le parole dell’allenatore rossonero

Dopo la conferenza stampa di presentazione di lunedì, Paulo Fonseca ha anche rilasciato un’intervista ai microfoni di Milan TV. Di seguito le dichiarazioni del nuovo allenatore del Milan:

RINGRAZIAMENTI – «Devo ringraziare le persone che mi hanno ricevuto qui, le persone che lavorano qui e Milanello: le sensazioni sono molto positive».

RESPONSABILITA‘ – «Si, essere l’allenatore del Milan è una grande responsabilità, ma anche un grande orgoglio. Dobbiamo sapere che quando arriviamo in un club come il Milan abbiamo la responsabilità di difenderlo e l’ambizione di vincere, quando siamo al Milan dobbiamo lavorare per vincere, questo bisogna saperlo».

STORIA DEL MILAN – «Penso a tante cose, mi ricordo tanti giocatori. Milan è un club universale, tutto il mondo conosce bene la storia del Milan, io mi ricordo che seguivo la squadra di Gullit, Van Basten, tanti giocatori. Baresi, Costacurta, Tassotti, Maldini, giocatori che ammiravo molto. La storia del Milan è fantastica. Penso che è difficile non ricordare questi grandi momenti della storia del Milan»

INFANZIA «Ho avuto un’infanzia felice, sono cresciuto in una famiglia umile. Giocavo a calcio, ero tifosi del calcio, sono cresciuto felice. Abbiamo avuto la possibilità di vere un’infanzia in strada a giocare a calcio, ho fatto un percorso normale a scuola ma pensando al calcio. Sono nato in Mozambico, ex colonia del Portogallo, abbiamo una storia con Africa e guerre. Sono nato lì ma non ricordo niente del Mozambico: otto anni sono uscito per la prima volta dal Portogallo ed è stata una grande esperienza, perché ho conosciuto diverse culture e perché ho avuto la possibilità di parlare diverse lingue».

VIVERE IN ITALIA – «Quando mi fermerò non so cosa farò. Sono appassionato dell’Italia, si mangia bene e le persone sono simpatiche. Quando ho lasciato Roma ho pensato di vivere in Italia, oggi sono soddisfatto di tornare qui, mi sento molto bene qui. Vedremo in futuro cosa succederà. Milano? Penso che tutti gli Italiani sono appassionati di calcio, quello che ho sentito quando abbiamo giocato a San Siro è stato incredibile, spero di vivere questo sentimento coi tifosi. Mi aspetto di costruire qualcosa che renda orgogliosi i tifosi. Qui mi aspetto di vivere la città, voglio conoscere bene Milano».

TIFOSI «Sono una persona curiosa, sono tante le cose che voglio sentire e conoscere. Quello che voglio è vedere la passione dei nostri tifosi a San Siro e con la squadra. Ho tanta voglia di vedere l’energia in tutti gli stadi e principalmente a San Siro».

ESSERE ALLENATORE«Penso che nella vita se vogliamo vincere dobbiamo rischiare. Per rischiare dobbiamo avere coraggio di essere diverso. Penso che noi allenatori abbiamo un obbligo verso chi segue il calcio: non dobbiamo solo vincere ma dobbiamo anche avere una forma che appassiona i tifosi, deve essere uno spettacolo. Per fare avere questo bisogna avere coraggio e vivere il calcio a livello passionale. È fondamentale creare un’identità forte nella squadra, è questo che voglio fare. Voglio un’identità fortissima che deve dare qualità al nostro gioco e anche avere l’ambizione per vincere»

GIOVANI – «Per me i giocatori non hanno età. Se un giovane ha coraggio e qualità per giocare, io lo faccio giocare. Al Milan abbiamo tanti giovani con qualità, se loro dimostrano competenza e coraggio io li faccio giocare. L’età per me non è un problema»

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