Tiribocchi: «Leao non è un campione» - ESCLUSIVA
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Tiribocchi: «Leao non è un campione e attualmente a livello mentale neanche un calciatore. Non capisco il progetto di Milan Futuro. Scudetto? Rossoneri in corsa solo in un caso» – ESCLUSIVA

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Simone Tiribocchi

Tiribocchi, ex attaccante e noto opinionista, ha commentato il momento del Milan e quello di Rafael Leao: le dichiarazioni

Intervenuto in esclusiva ai microfoni di Milannews24, Simone Tiribocchi, ex attaccante dell’Atalanta tra le altre e noto opinionista, ha dichiarato:

Il Milan arriva da due importanti quanto sofferte vittorie contro Udinese e Brugge: come commenti il momento dei rossoneri e il lavoro di Fonseca?

«Il momento del Milan va analizzato. Secondo me c’è una crescita sotto l’aspetto del gruppo che mi sembra più attento e concentrato rispetto a quello che deve fare. Secondo me vanno trovati ulteriori equilibri che la squadra ancora non ha trovato e di continuità nella stessa prestazione perchè il gioco di Fonseca è molto dispendioso. Inevitabilmente tra una partita e l’altra non c’è quella continuità a cui ci aveva abituato. Lo si vede anche nella stessa partita, ci sono momenti in cui appare molto compatto e altri in cui è più sfilacciato. Vanno aggiustate queste cose qui».

Si avvicina Bologna-Milan e Fonseca deve fare a meno di Reijnders. Come pensi che sostituirà l’olandese?

«Non so come Fonseca sostituirà Reijnders, è una scelta complicata perchè quella di Bologna è una trasferta difficile, un avversario complicato. Arrivano dopo le fatiche entrambe in Europa, servirà un pò di turnover. Secondo me opterà per un calciatore con più quantità e meno qualità considerando anche l’avversario molto fisico. Con la scusa dell’assenza di Reijnders potrebbe rilanciare Musah. Per quel tipo di partita, specie all’inizio, potrebbe far comodo. Poi in base a come si mette la gara può mettere uno di maggiore qualità. Ma all’inizio partirei con lui.

Alcuni ritengono che Leao non sia più in crescita e che anzi il percorso del ragazzo si sia attualmente arrestato: qual è il tuo giudizio sul portoghese?

«Non posso vedere Leao in crescita. Un calciatore di quelle qualità che viene sostituito, va in panchina, quando gioca non fa gol e non fa assist non posso vederlo in crescita, non lo sta vedendo nessuno così. Anzi secondo me sta facendo una guerra contro tutti che inevitabilmente perderà. Secondo me deve trovare la lucidità, deve fidarsi degli allenatori e dei compagi e non pensare che tutti ce l’abbiano con lui. Deve ritornare ad essere quel Leao leggero, anche se la leggerezza in una piazza come il Milan non è proprio quella giusta. Bisogna capire il contesto dove sei. Tralasciando l’ingaggio, il Milan ha rifiutato tantissimi soldi per lui e questo deve capirlo. Secondo me non è un campione, è un grandissimo atleta che ora mentalmente non è neanche un calciatore. Il valore che gli è stato dato è per 15-20 partite, non per un anno intero. Quando si accende sappiamo quello che può fare ma il Milan in questo momento si trova nella stessa situazione del Napoli con Osimhen. Deve farlo giocare sperando che riprenda valore oppure farlo crescere. Fino ad oggi è stata usata la carota, il bastone lo sta usando Fonseca e proprio per questo è stato messo un pò in croce dall’ambiente e dai tifosi. Secondo me Fonseca ha fatto bene ma naturalmente andrebbe appoggiato dalla società perchè se lo fa solo l’allenatore e poi non arrivano i risultati è quello che pagherà».

Nelle ultime gare ad avere un grande impatto lo ha avuto Noah Okafor. Lo svizzero merita di giocare dal primo minuto?

«Meritano in tanti di giocare ma mi sembra che nel Milan ci siano gerarchie stabilite negli anni. C’è alternanza nel centravanti, poi Pulisic sta dimostrando veramente con prestazioni di meritare. Okafor è un pò chiuso da questa situazione ma quando entra fa gol, si impegna, è un giocatore importante. Per me è più una seconda punta quindi è un pò sacrificato dallo stesso sistema di gioco ma la sua importanza non si discute, può fare la differenza quando entra».

Passando al calciomercato, si parla di un interesse del Milan per Bonny, attaccante rivelazione del Parma. Che parere hai sul ragazzo?

«Bonny è un giocatore molto interessante, mi piace tantissimo. Da capire però il ruolo perchè per me non è una vera e propria prima punta, è una prima punta atipica. Attacca bene la profondità, è velocissimo. Fisicamente può far parte di un top club. Da capire però dentro l’area di rigore perchè una grande squadra ti porta più vicino alla porta più che a metà campo come il Parma. L’interpretazione del ruolo è quindi diversa e va visto come risponde senza spazi da attaccare. Resta però un giocatore interessante».

Il progetto di Milan Futuro sembra essere particolarmente confuso, anche nell’ultima sfida persa con il Legnago ha giocato dal primo minuto Ballo-Tourè. Qual è il tuo giudizio?

«Il Milan non sta facendo come ha fatto la Juventus e come sta facendo l’Atalanta. Per me era importante far giocare i calciatori del proprio vivaio, quelli che vanno in prestito, quelli magari che rientrano da infortunio. Avvicinarli più possibile ad una competizione di campionato, magari con giocatori come chioccia. Sembra che il giocatore della Primavera sia quello in più. Per me è proprio sbagliato quello che stanno facendo, vedere giocatori di 30 anni giocare lì e chiamare la squadra Milan Futuro non ha senso».

Passiamo alla lotta scudetto: chi sono le squadre favorite e come vedi il Milan nella corsa al tricolore?

«Sarà una lotta scudetto molto particolare. Non sarà come gli ultimi due anni dove Napoli e Inter hanno dominato. Sarà un campionato lottato dove vedo Napoli, Inter e Juve più del Milan a lottare per lo scudetto. Il Milan deve trovare un assetto e una squadra. Anche calciatori sul mercato più difensivi. Il Milan è una squadra molto bella da vedere quando attacca ma proprio per caratteristiche dei giocatori fa fatica a trovare automatismi difensivi. Non ci riesce sempre, specie quando non ha giocatori al 100% della forma. Vedo meglio quindi le tre che ho detto per lo scudetto ma se il Milan ritrova Leao, Morata comincia a far gol e trovano una quadra può diventare una squadra fastidiosa».

Infine una domanda sulla Nazionale: l’Italia di Spalletti sembra essere in ripresa dopo la delusione dell’Europeo. Pensi che il momento difficile sia ormai alle spalle?

«Speriamo che per l’Italia, dopo la brutta esperienza di questa estate, torni il sereno e non ci siano più problemi permettendoci di tornare a sorridere. Però bisogna stare sempre attenti. Secondo me sono state capite alcune cose. Vero che sono importanti gli stage però se continui a convocare sempre ragazzi diversi non c’è più quella fame di voler andare in Nazionale perchè tanto prima o poi la chiamata arriva. Invece secondo me la Nazionale deve tornare ad avere un valore importantissimo, mi spacco in 4 per andarci e se merito vado senza gli stage. Siamo un gruppo di 20 e poi è più facile inserire quei 5-6 in un gruppo già forte. Se invece il gruppo forte è formato da 3-4 diventa più difficile costruire».

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