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E anche oggi, tutti sul carro!
Con una grande prova di forza e maturità, il Milan domenica è riuscito a strappare i tre punti ad un ostico Sassuolo, orfano di Berardi ma non per questo meno pericoloso, come testimoniano le tre reti realizzate. Purtroppo, la prova di maturità offerta dalla squadra non ha offerto alcun riscontro (almeno fino al 68simo) con ciò che è accaduto fuori dagli spalti. Non son bastate tre gare consecutive con risultati utili (e reti inviolate) ai giocatori rossoneri per meritare un pizzico di supporto da parte del pubblico, senza nemmeno concedere il beneficio del dubbio. Con il parziale in favore dei neroverdi, il pubblico di San Siro si è scatenato intonando urla e fischi contro il Milan, soprattutto all’indirizzo di Riccardo Montolivo (probabilmente il migliore in campo per i rossoneri fino a quel momento). Sì, proprio lo stesso Montolivo che fino alla settimana scorsa veniva quasi dipinto dai tifosi stessi quasi come fosse il “salvatore della patria”, con tanto di scuse sui vari social. Ed è proprio questa nauseante incoerenza che dovrebbe far riflettere il tifo milanista. Essere tifosi in fin dei conti non implica il supportare la propria squadra incondizionatamente? Non vi sembra troppo vile il “saltare sul carro dei vincitori” quando tutto è comodo? Bello essere tifosi quando son tutte rose e fiori eh… D’altronde, come in un matrimonio, il sentimento che si nutre verso la propria squadra si va ad eviscerare proprio nei momenti di difficoltà, e solo da come si reagisce a certi scossoni si può capire la differenza tra “tifoso” e “occasionale”.
Fortunatamente, le scelte di Montella (e la bravura dei ragazzi) ci hanno risparmiato l’ennesimo processo mediatico, l’ennesima sfuriata del tifoso medio “tuttologo” dei social e, soprattutto, di sottoporre lo spogliatoio rossonero ad un nuovo periodo di pressione totalmente ingiustificata.
Il vero Milan va visto negli occhi di Locatelli, incredulo nell’aver realizzato quella incredibile bordata sotto il sette, nella grinta di un Niang che, entrato in campo, era già pronto a spaccare il mondo correndo e sbracciandosi tra gli avversari e, non di meno, nella calma di un Montolivo che ha saputo tenere i nervi saldi anche dopo l’ennesima contestazione piovuta precocemente dagli spalti di San Siro.
Dunque anche oggi è un giorno di festa perché comunque la vittoria è arrivata e il carro è abbastanza grande per tutti, occasionali compresi! Ricordatevi, possibilmente, di non scendere quando le cose non andranno come sperato perché a quel punto dovreste seriamente rivedere la vostra concezione di “sport”.