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ITALIA, IL FUTURO SIAMO NOI

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Storicamente, i successi della Nazionale italiana sono sempre stati accostati all’esistenza del “blocco juventino”, ma adesso le cose stanno cambiando: i diavoli in azzurro si moltiplicano perché il futuro siamo noi!

Storicamente, i successi della Nazionale italiana sono sempre stati accostati all’esistenza del “blocco juventino”. Se prendiamo in esame il Mondiale vinto nel 1982, infatti, si può evincere quanto la frase poco sopra riportata sia veritiera: Zoff, Cabrini, Scirea, Gentile, Tardelli, Paolo Rossi furono sei dei ventidue pilastri che trascinarono l’Italia sul tetto del mondo; con i soli Franco Baresi e Fulvio Collovati a portare in nazionale i colori rossoneri. La storia prese una piega leggermente diversa nella più recente vittoria del 2006 con un Milan più ampiamente rappresentato: Gattuso, Gilardino, Pirlo, Nesta e Pippo Inzaghi furono i cinque diavoli in azzurro, nonostante per gli ultimi due non fu un Mondiale particolarmente felice. Nesta saltò tutta la parte finale del torneo a causa di un infortunio alla spalla, mentre Inzaghi viene per lo più ricordato per il passaggio sotto porta mai indirizzato verso il povero Barone nel quarto di finale contro la Repubblica Ceca.

Adesso, mancano poco meno di due anni ai Mondiali del 2018 che verranno disputati in Russia. A conti fatti, stavolta sarà molto difficile vedere un nuovo “blocco Juventus” in Nazionale per diversi motivi. In primo luogo, sembra che la dirigenza bianconera abbia radicalmente cambiato la visione che in passato ha sempre accompagnato gli ambienti di corso Galileo Ferraris. Non c’è più tempo né spazio per lasciar crescere nuove leve italiane che possano rappresentare il futuro del “made in Italy” che tanto ci ha contraddistinto nella storia di questo sport, meglio spendere milioni su milioni per i vari talenti argentini, brasiliani o di qualsiasi altra parte del mondo, mai italiani nel dubbio. Il gruppo dei “senatori” bianconeri, invece, inizia ad andare ormai per la maggiore: Buffon (38 anni) e Barzagli (35) dovranno dimostrare di avere ancora una certa tenuta fisica quando avranno rispettivamente 40 e 37 anni, mentre Chiellini (31), Marchisio (30) e Bonucci (29) resteranno difficilmente in discussione almeno fino ad Euro 2020.

Ad oggi, dati alla mano, Ventura ha già sul taccuino i nomi di cinque giocatori del Milan: Donnarumma, Bonaventura, De Sciglio, Montolivo e Romagnoli, lo stesso numero di rossoneri che Lippi portò con sé nel 2006, senza contare Luca Antonelli fermo ai box per infortunio che sarebbe certamente stato convocato.

Con le giuste prospettive, possiamo considerare questo numero in potenziale crescita: Calabria, Locatelli e Lapadula (nonostante quest’ultimo non sia considerabile in età “verde”) possono facilmente rientrare nel futuro della Nazionale italiana, sia dal punto di vista delle qualità di gioco che da quello di uno sviluppo improntato sul talento. Stesso discorso vale per il vivaio rossonero, con i vari Zanellato, Spinelli e Curto ormai in rampa di lancio verso il mondo professionistico del pallone.

Con un po’ di fortuna, e con il giusto percorso, potremo finalmente sperare di vedere un “blocco Milan” in grado di trascinare la Nazionale italiana verso nuovi successi.

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