2015
Ancelotti, certi amori non finiscono
L’eliminazione in semifinale di Champions League per mano della Juventus può rappresentare la fine della sua avventura in Spagna. Se poi ci si aggiunge una Liga che tra diverse ore potrebbe sfumare a vantaggio del Barcellona, impegnato al Vicente Calderòn contro l’Atletico Madrid, a quel punto spegnere i malumori dell’ambiente circostante non sarà facile.
Perdere comporta delle critiche ma uno come Carlo Ancelotti va criticato fino ad un certo punto. Non è da tutti vincere una Champions League, una Coppa di Spagna, una Supercoppa europea ed un Mondiale per club con il Real Madrid arrivando l’anno successivo in semifinale di Champions e stando sempre lì a duellare per il campionato con gli acerrimi rivali blaugrana. Le grandi piazze son fatte così: basta che una stagione non vinci nè Liga, nè Champions e il tuo posto già si mette in discussione. In casa Real si vuol subito voltare pagina, difficilmente però con Ancelotti ancora in panchina.
A stare alla finestra per contendersi il migliore allenatore del mondo sono naturalmente diversi i club e il Milan sta tra questi. Le ultime due stagioni dei rossoneri non passano di certo inosservate neanche dinanzi agli occhi del tecnico emiliano, che in qualunque club potrebbe finire pretende sicuramente un progetto serio e pieno di ambizioni, finalizzato al conseguimento di trofei importanti. Discorsi simili di trofei non è facile ora come ora farli in casa Milan ma non vanno dimenticate le tanto discusse vicissitudini societarie che tanta liquidità possono immettere in via Aldo Rossi. Trattative stancanti quelle legate alla cessione, si continua a non comprendere quali sviluppi ci saranno, c’è solo da dire che gli investitori stranieri vogliono il pacchetto di maggioranza e riportare la squadra agli allori di un tempo. In questi casi, va fatto semplicemente ordine; vendere anche una quota di minoranza è la soluzione migliore e risolte le questioni societarie si potrà pensare al mercato a partire proprio dalla scelta dell’allenatore.
La strada della ricostruzione è lenta per il Milan e il ritorno di Carlo Ancelotti al momento è solo un sogno. Un sogno non necessariamente impossibile ma che con l’ausilio di forze fresche, investitori, denaro, giocatori nuovi e progetti seri, non sta scritto da nessuna parte che non debba diventare realtà.