Lo stile Milan per ripartire

Le dimissioni di Joseph Blatter rappresentano e testimoniano ancora di più il marcio che si respira nel mondo del calcio. Tra scandali e tangenti, sviluppi e sentenze che potranno caratterizzare quest’estate ormai alle porte, c’è tanta voglia di ripulire la dimensione attuale dal torpore in cui si trova. Principi come la lealtà, la probità e la sportività al giorno d’oggi vengono poco rispettati e questa è una macchia davvero pesante che lo sport più bello e popolare che ci sia non può permettersi di tenersi addosso ancora per tanto tempo.

Dei suddetti principi c’è una società che per più di un secolo ne è stata un portabandiera, costituendo un esempio da seguire dentro e fuori dal campo e quella società è stata proprio il Milan. Essere vincenti in Italia, in Europa e nel mondo è qualcosa che ti viene riconosciuto senza alcuna ombra di dubbio da tutti gli amanti del calcio, tifosi e non di quella determinata squadra che ha appena conseguito un successo ma non c’è vittoria che abbia davvero un significato autentico se non è accompagnata da un senso di sportività. Questo senso o valore come è meglio chiamarlo è stato l’arma in più di un club come quello rossonero, capace di contraddistinguersi per il suo rispetto unico dell’avversario che andava affrontando, per la sua forza non soltanto di imporsi sul terreno di gioco ma anche di sapere accettare le sconfitte; per la sua indiscussa maniera di sopportare le ingiustizie subite, tipo torti arbitrali o processi di cui il più recente è il famigerato processo a Calciopoli.

Va riportato alla luce lo stile Milan in mezzo al caos che investe il calcio italiano, attraversando spesso (è il caso appunto di Blatter e della Fifa) pure i confini nazionali; va risvegliato lo stile Milan come base principale sulla quale ricostruire una squadra che nelle ultime stagioni ha avuto un rendimento da provinciale, andando a smarrire un po’ i tratti del top club; va riacceso lo stile Milan per tornare a costituire un modello da seguire per qualsiasi altra società perchè sia quando si vince che quando si perde i nostri sani principi non devono mai andare perduti.