Andrea Poli, la quintessenza dell’incompiuto

E’ più di qualche tempo che si parla di Andrea Poli come di un potenziale ottimo giocatore. Arrivato al Milan la scorsa stagione, il centrocampista fiorito e sbocciato nella Samp dei gemelli del gol Pazzini e Cassano non è sempre riuscito a mantenere elevata l’aspettativa dei tanti estimatori, tra cui quella esimia di un certo José Mourinho. Lo Special One ai tempi dell’Inter non tacque invero l’ammirazione per le sue qualità tecniche e di temperamento. Dopo le belle promesse e gli svariati apprezzamenti ricevuti nell’era blucerchiata, il calciatore veneto è sempre rimasto in sordina, complice un’esplosione della carriera forse annunciata da tutti un pò frettolosamente. Con l’esperienza per Andrea Poli è arrivata anche la prima opportunità tra le file di una big, l’Inter, conclusa al termine di una sola stagione, deludente, con la scelta da parte della società dell’allora patron Moratti di non riscattarlo, e il conseguente ritorno all’ombra della lanterna.

Un anno fa la chiamata del Milan, che ne ha rilevato la metà del cartellino per 450mila euro più Salamon, e a fine annata lo ha riscattato interamente. Dopo un inizio promettente, alla distanza si è visto il calo, favorito, come dichiarato dallo stesso mediano, dall’arrivo di Seedorf alla guida della squadra. Quest’anno Andrea Poli è tra gli inamovibili di Inzaghi, forse più per mancanza di alternative di spessore nel reparto che per meriti effettivi. Tra le doti naturali coltivate nel tempo i suoi marchi di fabbrica sono l’agonismo e la tempra caratteriale, per cui in campo difficilmente si risparmia. Deve migliorare ancora in concretezza e precisione nel tiro. Se è tutt’ora nel giro della Nazionale significa che di pregi ne ha, e che deve solo smussare le proprie spigolature per diventare un grande giocatore e non restare uno dei tanti.