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2014

Ambrosini: “Il Milan nelle mani di Pippo”

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Massimo Ambrosini, cuore rossonero e capitano dell’ultimo scudetto targato Allegri, è stato il protagonista di un’intervista concessa al Corriere dello sport – stadio. La prima domanda che gli è stata fatta, naturalmente, si è concentrata su cosa deve realmente puntare il Milan di Inzaghi: “Io mi concentrerei su un obiettivo ben preciso: la Coppa Italia.” – dice Ambro sull’obiettivo principale che si deve prefiggere la squadra. “Dopo poche partite arrivi in finale. Se la conquisti ti qualifichi per l’Europa“.

Dalla Coppa Italia ad un elogio nei confronti proprio di Inzaghi, definito dall’ex capitano rossonero la “spina dorsale” dell’ambiente milanista, colui il quale è in grado di fare la differenza meglio di ogni altro a Milanello. Un vincente capace di restituire unità d’intenti al gruppo in termini di lavoro e disciplina.

Un altro punto su cui si è soffermato particolarmente Ambrosini è stato quello sui giovani. Ogni società dev’essere in grado di valorizzare i giovani secondo l’ex centrocampista e a tal proposito fa riferimento al buon lavoro svolto da Brocchi e Nava con la Primavera e con la Berretti: “Tutte le società devono sempre monitorare il cammino di un giovane.” – e qui va un’allusione a un difensore del nostro campionato cresciuto molto negli ultimi anni da prendere come modello – “Per l’Astori della situazione che sta crescendo positivamente deve essere prevista una collocazione in prima squadra a breve”.

Il tema del mercato di riparazione di gennaio non poteva non essere preso in considerazione e anche qua, da buon lottatore della linea mediana quale è stato, AmbroLeone dispensa consigli utili: “Inzaghi sicuramente ha bisogno di un centrocampista diverso rispetto a quelli che ha. Un elemento con grandi qualità, con più estro, in grado di mettere più velocemente in moto le punte. Dipende se continuerà a giocare con il centrocampo a 3, comunque è fondamentale pure il recupero di Montolivo“.

Una parentesi sulla Nazionale non poteva mancare vista la partita di domani contro la Croazia a San Siro: “Vera grande sfida dell’era-Conte, resa ancora più complicata dalle numerose assenze” – aggiungendo inoltre – “la percentuale di italiani che gioca nei grandi club ormai è minima, al mio arrivo al Milan nel 1995 si potevano mettere a referto solo 3 stranieri“.

Al termine dell’intervista, una seconda immersione sui giovani con una particolare attenzione su giovani quali De Sciglio ed El Shaarawy – “due ottimi giovani” – e altresì una critica nei confronti degli stessi, parlando però in generale, a volte distratti dalle vicende relative al campo di gioco e al contempo troppo influenzati dai media e dai social: “Prima noi ci arrabbiavamo se non giocavamo, ora loro si arrabbiano se in una foto su Twitter o su Instagram sono venuti male”.

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