2014
I guastafeste di Pippo Inzaghi: Mancio e la piaga infortuni
Alzi la mano chi avrebbe immaginato un avvicendamento sulla panchina interista durante la pausa delle nazionali. Il ritorno del Mancio all’ombra della Madonnina ha portato un’ondata di entusiasmo alla banda nerazzurra, e ha invece prodotto gli effetti più nocivi, sebbene ancora senza oggettivi riscontri, sull’altra sponda del Naviglio, e in Pippo Inzaghi su tutti. A 6 giorni dal derby il tecnico rossonero si trova in una situazione inimmaginabile appena una settimana fa. Non sono bastati infatti gli inattesi stop di Alex, Abate e De Jong. Ora anche il cambio tecnico in casa dei rivali cugini.
Chissà cos’avrebbe pagato Pippo per giocarsi la sua prima stracittadina alla guida dei rossoneri contro l’Inter scriteriata delle ultime apparizioni, imperniata su uno statico 3-5-2 e su un gioco difensivista come quello mazzarriano. Il nuovo schema provato da Mancini, il più internazionale 4-3-1-2, con il giovane Kovacic nelle inedite vesti di rifinitore alle spalle dei due attaccanti, desta non poche preoccupazioni all’ex bomber, che non dispone di adeguate contromisure di qualità per sostituire gli indisponibili: l’indiscrezione di Essien terzino destro domenica prossima conferma questo tipo di analisi.
Azzardare pronostici adesso sarebbe comunque insensato, anche se l’euforia del cambio tecnico garantisce spesso una buona dose di convinzione e autostima in più alla squadra che ne va a beneficiare, a maggior ragione se la posta in palio si chiama derby. Dal canto suo Pippo Inzaghi ha provato nei giorni scorsi a mascherare i timori del match contro il neotecnico interista con uscite ambiziose, come “voglio diventare il Ferguson del Milan“, che i più maliziosi sperano possa rivelarsi un boomerang, viste pure le poche certezze del Milan che verrà. Rimane qualche giorno a Pippo Inzaghi per smaltire la tensione per il momento delicato ed entrare ancor più carico in zona derby.