ESCLUSIVA Calori: "El Shaarawy, patrimonio che se ne va" - Milan News 24
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2015

ESCLUSIVA Calori: “El Shaarawy, patrimonio che se ne va”

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Ex difensore ed allenatore di Stephan El Shaarawy ai tempi del Padova, Alessandro Calori si è gentilmente concesso per un’intervista a Milannews24 circa la recente cessione del Faraone al Monaco e su come il Milan potrà reinvestire la cifra incassata dall’operazione.

Come giudica la cessione di El Shaarawy?

“La giudico sicuramente dicendo che è un altro patrimonio giovane che va a giocare all’estero. Da un lato non è una cosa piacevole però c’è un discorso economico, non penso che poteva rientrare nel sistema di gioco che adesso sta venendo attuato quindi penso sia una scelta frutto di più situazioni: il valore del ragazzo non si discute, speriamo di ritrovare un giocatore nuovo in prospettiva Nazionale“.

Con i soldi incassati, il Milan prenderà un altro attaccante o concentrerà le sue attenzioni su un difensore tipo Romagnoli?

Romagnoli è un altro giovane che presto può arrivare in Nazionale. Ha delle potenzialità per poterlo fare, è un 1995 però anche lì non so se la Roma lo cederà. In ogni caso è un acquisto importante, per valorizzarlo 30 milioni vuol dire che credono molto in questo ragazzo, 30 milioni sono tanta roba. Per l’attacco Ibrahimovic è l’uomo che fa pendere l’ago della bilancia in favore della squadra che lo prende, è sempre stato così negli anni. Lui è l’uomo che veramente cambia il volto della squadra per capacità, per carisma, per abitudine a vincere, per qualità tecniche quindi Ibrahimovic è un giocatore che se fosse lui l’obiettivo e ci fosse la possibilità va preso immediatamente anche se un investimento su un giovane come Romagnoli, che potrebbe essere un giocatore alla Nesta, potrebbe riuscire bene”.

Perchè El Shaarawy ha deluso così tanto, in riferimento alle ultime due stagioni, tradendo le aspettative che si erano create intorno a lui?

“Sicuramente ha avuto tanti infortuni, nel penultimo anno di Allegri ha tenuto in piedi il Milan perchè ha fatto 16 gol in campionato e fu determinante in quell’anno lì, poi si è perso ma quegli infortuni lo hanno condizionato. In una città come Milano per stare a certi livelli è chiaro che devi avere continuità, non ti puoi permettere di fare solo un anno, lui purtroppo paga questo, ha fatto un anno buono, poi i due anni successivi, ripeto, spesso per infortuni ma non so quali possono essere gli altri motivi, è arrivato pure a perdere il posto di titolare e per lui, insomma, ha avuto luogo una fase calante”.

In una squadra quale il Monaco e in un campionato francese quale la Ligue 1 dove non ci sono così tante pressioni, può ritrovare la serenità giusta per giocare a calcio?

“Le doti del ragazzo sono fuori discussione cioè uno che ha qualità tecniche, resistenza, bravo nell’uno contro uno, abile ad attaccare la profondità è uno che ha il suo valore. Io l’ho avuto al Padova: per diventare un campione non può abituarsi a stare in un solo, determinato luogo ma deve sapersi ambientare in più luoghi e soprattutto sapersi adattare in più posizioni all’interno del campo. El Shaarawy è riuscito a fare bene soltanto il ruolo di esterno capace di rientrare ed andare al tiro; i difensori avversari hanno ben imparato i suoi movimenti al punto da riuscire a limitare il suo raggio d’azione. Maturare calcisticamente significa principalmente essere in grado di ricoprire più ruoli tipo trequartista, seconda punta e non solo attaccante esterno come faceva El Shaarawy“.

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