2014
Papà El Shaarawy: “Genoa rimasto nel suo cuore”
Per Stephan El Shaarawy la sfida di domani a Marassi ha un sapore speciale, essendo il Genoa la squadra in cui il Faraone è cresciuto. Anche di questo ha parlato il padre dell’italo-egiziano Sabri El Shaarawy, intervistato da Il Secolo XIX: “Domani per Stephan sarà una giornata speciale. Mi aspetto una festa per entrambe le tifoserie, almeno per noi lo sarà senz’altro. Il Genoa è una cosa di famiglia. Mio figlio ha giocato qui dagli 11 ai 17 anni. Conserva dei bellissimi ricordi. Gli anni in rossoblù lo hanno trasformato come uomo e come calciatore. Per Stephan è sempre un’emozione tornare a Marassi. Faceva il raccattapalle in Serie C. L’anno dell’Europa è andato tante volte in Europa. Giocare al Ferraris per lui è sempre qualcosa di speciale. Tutte le domeniche che il Genoa giocava in casa, portavo la mia famiglia nei Distinti. Mia moglie, il figlio più grande Manuel e Stephan sul passeggino”.
Sull’accoglienza del Ferraris per il Faraone domani: “Mio figlio è un professionista. È chiaro che il Genoa gli è rimasto nel cuore. Ci sarà qualche fischio di sicuro, ma il tifo, finché non offende, è bello. Mi sembra una cosa naturale. Conosciamo il tifoso genoano per il suo calore e il suo attaccamento alla squadra”.
Sul rapporto di El Shaarawy con mister Filippo Inzaghi: “Si trova benissimo con lui. Sono amici più che allenatore e calciatore. Hanno giocato insieme per un anno. Inzaghi è una gran persona, vuole bene a mio figlio come un fratello maggiore. Ma non gli ha suggerito lui di accorciare la cresta. Stephan ha un anno in più. Quando si cresce, si cerca sempre di cambiare qualcosa”.
Sul fratello procuratore di Stephan: “Sono molto orgoglioso di tutti e due. Manuel è un ragazzo intelligente, si è laureato in Economia e Commercio. Per Stephan è un valore aggiunto”.
Sulle indiscrezioni circolate lo scorso anno circa un ritorno al Genoa: “L’abbiamo letto solo sui giornali, ma non c’è stato niente. Ora sta meglio. Una volta guarito dall’infortunio, non ha più avuto malanni fisici ed è tornato quello di una volta. Lui non è un bomber che vive per il gol. Gioca al servizio della squadra. Torna spesso indietro per aiutare i compagni. Se il gol arriva, bene. Se no, pazienza. Non vive con l’assillo del gol. Con Perin sono amici fin dai tempi della Primavera. Sarà una bella sfida”.