Milan-Samp: un passo calcolato?

Dalla provincia alla Scala del calcio. Mihajlovic ha messo in atto la sua coraggiosa scelta di calcio quest’estate, caricando su di sè tutte le responsabilità che un ambiente come quello rossonero può affidarti in un momento così delicato, forse il più delicato del suo glorioso corso ultrasecolare. In fondo lo si sapeva. Sinisa è uomo di “rottura totale” rispetto ad Inzaghi, un Inzaghi salutato quale idolo della piazza al suo approdo al timone milanista. E proprio a quella stessa piazza oggi rimane comunque l’affetto per le esibizioni indelebili esibite a loro tempo, del SuperPippo bomber, un vero e proprio alter ego del personaggio sofferente osservato in panchina l’anno scorso.

Quanto alla verve caratteriale tipica del tecnico serbo, non si può certo affermare che il sergente abbia smarrito nelle periferie catanese, gigliata e genovese, la sua rinomata tempra, come attesta anche la recente esternazione rivolta a ‘l’aria strana di Via Aldo Rossi‘. E rare frasi di facciata a parte, Sinisa si sarà per forza reso conto che dover gestire “l’insolenza calcistica” del presidente davanti alla stampa è impresa assai ardua anche per un duro come lui. Lui che con il patron ha già dato vita ad un’intrigante serie di dibattimenti tattici e di alterchi sui rinnovi di De Jong e Mexes, il cui seguito non tarderà a venir fuori. Non si sa se nella sua testa Mihajlovic avesse previsto tutte le difficoltà del ‘caso Milan‘. Possiamo però scommettere, che al pro di restare alla guida del battaglione rossonero, il sergente venderà cara la pelle.