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Abate: «Gattuso? Tutti lo seguivano, ha chiuso stremato. Con i cinesi, estranei a casa nostra»
Abate si racconta tra passato e futuro, tra la voglia di continuare a giocare e la possibilità di prendere una strada da dirigente
Abate senza Milan ma con il Milan nel cuore, una delle ultime colonne degli ultimi anni ha salutato squadra e tifosi, in attesa di conoscere il proprio futuro, dato che è ancora molto presto per abbandonare il calcio giocato che in carriera gli ha portato uno scudetto (2011) e due supercoppe italiane (2011/2016). Ora, come detto, Abate attende di capire cosa gli riserverà il futuro, intanto una bella intervista a la Gazzetta dello Sport, con molti spunti interessanti: «Che Milan lascio? Un Milan che ha tutte le componenti per ambire a traguardi più importanti. C’è una base solida, una rosa con qualità tecniche e morali. Vedo un futuro roseo, anche se per competere servono due-tre innesti mirati. Sono d’accordo con quello che diceva Gattuso: okay i giovani, ma serve anche gente di esperienza e spessore. Non è più il momento di affidarsi alle scommesse».
SI POTEVA PROSEGUIRE – «Diciamo che il mio sogno era chiudere in rossonero, ma la vita va avanti. Ho affrontato l’argomento con Leonardo a ottobre e lui è stato assolutamente onesto con me, mi ha parlato chiaro e quindi sapevo già molto presto la strada che mi aspettava. Poi, è ovvio, lungo l’anno ho cercato di metterlo in difficoltà…»
SU GATTUSO – «Chiaro, avrei voluto giocare di più, anche perché mi sentivo e mi sento benissimo sia a livello mentale, sia fisico, ma ho sempre privilegiato l’interesse del gruppo. Rino era e resta un amico, per me è un modello da quando ero un ragazzino. Mi spiace che se ne sia andato, ma a fine stagione l’ho visto davvero stremato. Ha dato il mille per cento, ci ha portato a un passo dalla Champions, ha plasmato un gruppo vero in cui tutti lo seguivano. Magari i programmi del club non rispecchiavano le sue idee. So solo che lungo la stagione è migliorato tanto nella gestione del gruppo e delle pressioni».
I RICORDI DEL CUORE – «Il saluto di San Siro è stato qualcosa di incredibile, non mi aspettavo un trasporto simile. Poi lo scudetto del 2011 e la Supercoppa a Doha».
SU LEONARDO E LA NUOVA DIRIGENZA- «Semplice: con Leo sarò sempre in debito perché mi lanciò lui. Un uomo sopra le media intellettualmente e moralmente. Ha insegnato molto a Maldini, che ora vedo pronto. E’ la persona giusta al posto giusto. Con Boban è un ottimo mix».
SUL MILAN CINESE – «Restai incredulo quando andò via Berlusconi. Credevo non sarebbe mai successo. Sono cresciuto con lui e Galliani, che per me era un secondo padre. La cosa più brutta della gestione cinese era sentirsi estranei in “casa propria”. Pensai anche di andarmene. Non esisteva più nulla di quanto conoscevo al Milan, era tutto stravolto».
SUL FUTURO – «Non scarto a priori l’estero, anzi. Deciderò in base al progetto, voglio competere per vincere e rimettermi subito in gioco. Spero di trovare qualcosa di travolgente».
POSSIBILITÀ DIRIGENZIALE – «Solo un folle direbbe di no. Ma prima, come dice Rino, bisogna mangiarne di pagnotte. Più che sul campo mi vedo dietro la scrivania, magari come d.s.».