HANNO DETTO
Galliani sfoglia l’album dei ricordi: «Berlusconi mi manca. Vi svelo come portammo Allegri al Milan»
Adriano Galliani, AD del Monza e storico ex dirigente del Milan, ha parlato di Silvio Berlusconi e del rapporto con Allegri
Adriano Galliani, AD del Monza ed ex Milan, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in vista della gara contro la Juve:
ALLEGRI AL PRIMO INCONTRO – «Più giovane ovviamente, ma lo stesso di adesso. Aveva tutte le caratteristiche tecniche e di personalità per diventare l’allenatore del Milan. Lo incontrai quando andammo a giocare a Cagliari e glielo dissi. Ma era sotto contratto con Cellino: se non fossi stato un amico, Massimo non lo avrebbe mai liberato a costo zero. Si comportò da signore».
IL VERTICE AD ARCORE – «Era il maggio 2010. Di solito questi incontri ad Arcore erano programmati a cena, ma la sera c’era Bayern Monaco-Inter e Max voleva tornare a Livorno e vedersela in tv. Così pranzammo. Parlarono sempre lui e il presidente, d’altra parte io non avevo molto da dire, ero già convinto della scelta. Si convinse in fretta anche Berlusconi: Allegri vinse lo scudetto, poi un secondo e un terzo posto prima dell’esonero. E ricordo che con noi ha sempre passato la fase a gironi della Champions».
COSA É PIACIUTO SUBITO DI MAX – «Difficile dirlo. I sentimenti non si giudicano, se ne prende atto. Io l’ho sempre sentito amico e credo che lui pensi lo stesso di me. Ci vogliamo bene, ci sentiamo spesso e ci vediamo a cena».
IL SOGNO – «Ripeto, è un sogno vedere la Juve a Monza, così come andare a San Siro e giocare contro l’Inter. L’estate scorsa c’era un caldo da crepare, sudavo e sudavo ma ero lì felice».
IL MONZA DI OGGI – «Devo ringraziare i figli di Silvio Berlusconi che hanno dimostrato grande rispetto per le cose che il padre amava. Gli occhi di Berlusconi più felici e scintillanti li ho visti due volte: a Barcellona nel 1989 contro lo Steaua e a Pisa nel 2022 per la promozione in A del Monza. Che per vent’anni non era stato neppure in B. Il rispetto dei figli per le passioni del padre è una garanzia per il Milan».
QUANTO MANCA BERLUSCONI – «Penso a lui ogni giorno e ne parlo sempre al presente. É stato il mio maestro, guardava sempre più avanti degli altri. Ora che oltre ad essere amministratore delegato del Monza occupo in Senato il seggio che era suo può immaginarsi quanta responsabilità senta. Quando devo prendere una decisione, mi domando quello che farebbe lui e mi comporto di conseguenza».