2014
Al Milan non è mai il momento di van Ginkel
Normalità o paradosso? Secondo voi è logico acquistare un giocatore, per quanto preso senza spendere alcunché, e relegarlo ogni volta in panchina senza nemmeno avere l’idea precisa del suo valore effettivo? Evidentemente per Inzaghi lo è, se ha ritenuto sufficiente la mezz’oretta di Empoli per bollare Marco van Ginkel come inadeguato a questo Milan. Già la formazione rossonera non sembra essere esattamente l’emblema della competitività, se a questo aggiungiamo pure la renitenza del suo tecnico a schierare un giovane di belle speranze come Marco, allora sì che i tifosi hanno tutte le carte in regola per cominciare a preoccuparsi. L’assurdo totale è però un altro: infatti in assenza del mediano più versatile e tecnicamente dotato della rosa milanista quale è Montolivo, il tifoso non riesce a trovare risposta sensata al perchè Inzaghi continui a riproporre a metà campo i piedi ruvidi dei vari Poli, Essien e Muntari, i quali raramente hanno soddisfatto le aspettative della piazza, per usare un eufemismo. Arrivati a questo punto perciò ogni argomentazione vagamente plausibile per spiegare la scelta di Pippo va tenuta in conto, compresa quella di ordini impartiti dall’alto. Le parole pronunciate dall’agente dell’olandese Karel Jansen, che poco tempo fa aveva paventato un rientro anticipato al Chelsea già a gennaio, mai come oggi sono condivisibili, specie dopo che nel derby Inzaghi, per ovviare all’assenza di De Jong ha optato per il sempre più calante Essien, invece di puntare sul giovane Nazionale orange. Inzaghi ha a disposizione ancora qualche match per evitare che van Ginkel diventi per lui e il Milan solo un rimpianto.