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Alla scoperta di Manuel Locatelli, il ‘nuovo Xavi’ per Mihajlovic

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E’ ormai ufficiale l’addio di Antonio Nocerino al Milan, e come vi avevamo anticipato qualche giorno fa (LEGGI QUI) il suo sostituto nella rosa di Sinisa Mihajlovic sarà Manuel Locatelli, ma andiamo a conoscere meglio il capitano della primavera rossonera allenata da Cristian Brocchi.

Manuel Locatelli, è nato a Lecco l’8 gennaio 1998. Ha iniziato a giocare a calcio a Pescate, nell’oratorio del suo paese, avviato dal padre, che di quella squadra era l’allenatore.
A soli 9 anni, viene notato da un osservatore dell’Atalanta, società sempre molto attiva nel monitoraggio dei giovani più interessanti, che lo porta a Zingonia giovanissimo e dove mette subito in mostra le sue doti e il suo talento.
Il Milan non perde la speranza di portarlo a Milano, continuando costantemente a monitorare la sua crescita.
Nell’estate 2009 Locatelli arrivà in rosonero, le due società lombarde si rendono protagoniste di un reciproco sgarbo; il guanto di sfida è lanciato dai bergamaschi: approfittando della regola che permette di tesserare i giovani calciatori che non abbiano compiuto il quattordicesimo anno di età, solo con contratti della durata massima di un anno, convincono i genitori di un giovane difensore del Milan, Mattia Alborghetti, anch’egli classe ’98, a trasferire il ragazzino a Bergamo. Il Milan, a questo punto, non si lascia sfuggire l’occasione di ricambiare con egual moneta,  soffiando, così, il giovane Locatelli alla rivale.

Manuel, a soli 12 anni, comincia l’avventura in rossonero, partendo dagli esordienti.
La sue evidenti capacità di palleggio non passano inosservate e la sua crescita si dimostra costante, tanto da portarlo prestissimo a fare il salto di categoria con i Giovanissimi Nazionali.  Ed è proprio in questa categoria che avviene la sua esplosione.
Nella stagione 2012/13, nonostante gli infortuni lo tormentino, è protagonista di un grande campionato, arrivando con la sua squadra a disputare le Final Eight di categoria. Manuel si mette in mostra per la sua capacità di dettare assist ai compagni (importantissimo quello a Cutrone, oggi bomber della primavera, per il gol vittoria contro il Torino che permise ai rossoneri di superare il girone delle Final Eight), affinando anche l’abilità nel trovare il gol con una certa frequenza.
Dopo l’ottimo torneo disputato nel campionato Giovanissimi Nazionali, si guadagna la promozione negli Allievi Nazionali, nella squadra guidata da Omar Danesi, dimostrando di non soffrire l’ennesimo salto di categoria.
Anche stavolta, arriva alle Final Eight, saltando, però, la semifinale contro la Juventus e la finale, persa ai rigori, nel derby con l’Inter, a causa di un’espulsione rimediata nella partita contro la Roma.
All’inizio dello scorso campionato, viene aggregato alla formazione Primavera guidata da Brocchi, giocando addirittura due anni sotto età.

Chiunque quest’anno abbia visto giocare Locatelli, può affermare, senza alcun timore di essere smentito, di essersi trovato di fronte un ragazzo pienamente padrone della categoria, e sempre più leader del centrocampo della squadra rossonera. Il suo approccio con la formazione Primavera ha impressionato lo stesso allenatore, Cristian Brocchi, che più volte si è sbilanciato nel tessere le lodi del suo centrocampista, prevedendo per lui “un futuro nel grande calcio”. Oggi Locatelli è uno degli inamovibili della squadra di Brocchi, ma ora punta a guadagnarsi spazio nella rosa di Sinisa Mihajlovic.

Locatelli ha sia la visione di gioco ad ampio raggio da regista classico davanti alla difesa, sa giocare nello spazio lungo ma è anche rapido per l’intuizione nello spazio corto; questo repertorio così completo gli ha consentito di essere molto duttile a centrocampo e di giocare anche da trequartista. Queste caratteristiche lo hanno aiutato anche a mettersi in mostra con le nazionali giovanili, dove è un punto fermo per i vari CT che lo convocano ormai sempre dai tempi dell’Under 15.

Dal punto di vista tecnico, Manuel è un centrocampista molto elegante nelle movenze e dalle notevoli doti tecniche. Il piedi più educato è il destro, ma è ottima anche la sensibilità del piede sinistro.
Il ruolo che interpreta con maggiore naturalezza è quello di regista basso davanti alla difesa; ma può giocare tranquillamente, come spesso capita, da mezzala in un centrocampo a tre.
Ciò che, tecnicamente, impressiona di più, è l’innato possesso dei tempi di gioco oltre alla precisione nei lanci lunghi.
I paragoni che si sono sprecati per questo ragazzo sono estremamente lusinghieri; c’è chi, addirittura, ha visto, nel suo modo di giocare, le movenze tipiche di un certo Xavi, l’inarrivabile capitano del Barcellona dei fenomeni.
Dal punto di vista fisico, nonostante sia ancora molto giovane, è già dotato di una buona forza, che gli consente di reggere l’urto di avversari.
Caratterialmente Manuel possiede le doti del leader, tanto che sono molti quelli pronti a scommettere che un giorno, questo ragazzo, indosserà la fascia di capitano del Milan, magari provando a riprendere la gloriosa tradizione, traumaticamente interrotta, dei grandi capitani rossoneri.

Chissà che non ci sia un’altro “Donnarumma” al Milan..

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