Ancelotti non dimentica il Milan: «Questo trofeo vinto...»
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Ancelotti non dimentica il Milan: «Questo trofeo vinto coi rossoneri è quello più speciale per me. Lui il giocatore migliore»

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Ancelotti, tecnico del Real Madrid e indimenticata leggenda del Milan, ha ricordato gli anni in rossonero: le dichiarazioni

Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, ha parlato a France Football dei suoi ricordi con il Milan.

VITTORIE – «La prima vittoria a cui penso è quella, è stata la mia prima Champions League da allenatore. Fino ad allora ero arrivato secondo molte volte. Penso poi alla Decima nel 2014 e alla 14esima nel 2022. Tutti pensavano che la mia carriera fosse in declino dopo le mie esperienze all’Everton e al Napoli, ma abbiamo vinto ed è magnifico, molto speciale”. Spazio poi invece agli errori ed i rimpianti: “È impossibile prendere solo buone decisioni in trent’anni. Ad esempio ho sbagliato qui a Madrid dopo il mio primo anno. Ero molto vicino a prolungare il mio contratto e la società voleva tenermi, ma ho spinto troppo per aumentare il mio stipendio e si sono fermati. È stato un errore, il peggiore che potessi fare, ma mi ha permesso di imparare».

CALCIATORI MIGLIORI – Paolo Maldini senza dubbio, era un giocatore speciale per me. Era stato mio compagno di squadra e poi è diventato il mio capitano. Mi ha aiutato molto a Milano, avevamo davvero un rapporto forte e fantastico. Poi c’è stato Ibrahimovic ovviamente, con il suo carattere forte e la sua grande personalità. In generale, i calciatori più importanti sono i più facili da allenare. Possono avere un grande ego, ma questa può essere la loro motivazione. I compagni di squadra ti seguiranno e ti aiuteranno, la scorsa stagione è stata la più facile da allenare perché c’era poco ego era nello spogliatoio. I veterani come Modric, Kroos, Carvajal e Nacho non hanno ego. Sono serviti da esempio a tutti coloro che li hanno visti. Da un punto di vista relazionale è stato fantastico. Nessun giocatore si lamentava di non aver giocato, era un sogno. L’ego di Mbappé può essere un problema? No, niente affatto. È arrivato qui e si è subito integrato bene nella squadra e con i suoi compagni».

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