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Ancelotti: «Sacchi fu un maestro. La partita più brutta? Un Bologna-Milan»
Carlo Ancelotti parla della propria carriera al Milan e delle notti belle e brutti vissute tra Italia, Francia, Inghilterra e Germania
Intervistato da SkySport, Carlo Ancelotti ha così parlato nel giorno del suo sessantesimo compleanno delle grandi notti giocate allenando il Mian: «Notti magiche? Tante, ma ne indico due. Milan-Manchester United e la finale di Istanbul nel 2005. Una battuta? No, nel primo tempo di quella partita fummo fantastici. Nella ripresa ci disunimmo ma anche sul 3-3 sbagliammo un sacco di gol. I giocatori erano sulle gambe, molti di loro con i crampi, le provarono tutte pur di non andare ai rigori. Quella partita l’ho rivista tre settimane fa, quando l’ha data Sky Sport: una sola volta in quattordici anni».
LE PARTITE PIU’ BRUTTE – «Bologna-Milan il primo anno. Distrussi lo spogliatoio, giocammo malissimo rischiando di compromettere la qualificazione in Champions League. Poi ad Evian, in Coppa di Francia, con il PSG. Mi incazzai di brutto con Marco Verratti che si era fatto espellere. Diedi un calcio ad un cartone che finì per centrare la testa di Zlatan Ibrahimovic. ‘Mister, ce l’hai con me?. No, gli risposi, ce l’ho con un altro. E poi i primi venti minuti contro l’Arsenal, a Londra, quest’anno con il Napoli. Inspiegabili».
MAESTRI – «Nils Liedholm si prese cura di me, mi aveva voluto lui, mi insegnò un sacco di cose. Anche a stare al mondo. Poi Giorgio Visconti e Bruno Mora: gente a cui devo tanto. Fino ad Arrigo Sacchi, il numero uno. Ci ha aperto gli occhi, è stato un innovatore, in particolare nella preparazione. Non mollava mai e ancora oggi non molla, è sempre pronto a dare consigli. Dopo ogni partita arriva la sua telefonata e mi fa molto piacere».