Editoriali

Ancora convinto di aver fatto un buon calciomercato?

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200 milioni per undici acquisti, sì ma di che livello? Lo scellerato e pessimo lavoro fatto da Mirabelli in estate è la causa di questa stagione indegna

Ennesima indegna figura del Milan una squadra che ha cambiato molto in estate ma anche nei mesi successivi (almeno quattro moduli e due allenatori) ma non è mai riuscita ad invertire la preoccupante tendenza o instaurare un briciolo di certezze in più.

Eppure la stagione del Milan partiva con ben altri propositi, per quale ragione vi direte? Per 200 milioni di ragioni, sperperate e dilapidate però in sede di calciomercato al fine di costruire una squadra, anche a livello tecnico, più scarsa della passata stagione. Un errore di gestione senza precedenti al Milan che neppure nella trentennale gestione Berlusconi-Galliani ha potuto vantare talmente tanti “bidoni” o simil tali in un’unica sezione di mercato.

DIFESA – Dal reparto difensivo arricchito dall’arrivo di Bonucci, l’acquisto più esoso e al contempo più positivo (e questo vi fa capire come siamo messi) del calciomercato estivo di Massimiliano Mirabelli ma che ha al contempo castrato sul nascere qualsiasi tipo di movimento in entrata di parsi spessore nel reparto avanzato.
Musacchio, acquisto trattato anche sotto la precedente gestione, che non è riuscito ancora a dimostrare (in quattro mesi) cosa effettivamente sia: un centrale dai piedi buoni, un mastino o un marcatore? Sicuramente un difensore dalla concentrazione modesta come evidenziato in più di un’occasione. Accanto agli arrivi in difesa però pesano anche le permanenze di una rosa che vede attualmente ben 6 centrali: oltre ai titolari Romagnoli, Musacchio e Bonucci infatti vanno aggiunti Paletta, Gustavo Gomez e Zapata.

TERZINI – L’arrivo di Rodriguez e Conti in estate avevano sulla carta innalzato, da soli, il tasso tecnico di un reparto – quello dei terzini – da sempre più croce che delizia per i tifosi rossoneri. I due calciatori però, un po’ per sfortuna e un po’ per scelte tattiche, non hanno ancora dimostrato il loro valore finendo (ovviamente Conti è giustificato dall’infortunio) per lasciare il posto a calciatori addirittura adattati in quella posizione, vedi Borini oggi.

CENTROCAMPO – Il secondo atto della tragedia messa su da Massimiliano Mirabelli è proprio la scelta dei centrocampisti sia sul piano tattico che su quello tecnico: doppioni a non finire (Biglia come Montolivo, Locatelli); Calhanoglu presentato come proprietario di estro capace di fare la differenza e che invece, non solo in quel ruolo -quello di mezzala – non ha mai giocato, ma che ha anche palesemente dimostrato di non essere in grado di coprire. I limiti tattici oggettivamente evidenziati dal turco e Kessié (60 milioni i due) non erano esattamente così impossibili da prevedere soprattutto da chi è assoldato per studiare esattamente questo come Massimiliano Mirabelli.

ATTACCO – Il reparto avanzato è forse quello assemblato peggio nella storia recente del Milan: tre centravanti Kalinic, Cutrone e André Silva, con l’unico non acquistato dai tre di gran lunga il migliore fino a questo momento, per un modulo che sin dall’inizio prevedeva le ali (altrimenti non si spiegherebbe la mancata cessione di Suso) ma al contempo la totale assenza di un esterno da porre nella parte opposta allo spagnolo. Borini, vera rivelazione di quest’annata, è stato infatti il colpo meno pagato e “voluto” dal deludente e pessimo direttore sportivo Mirabelli che oggi, senza cambiare discorso, dovrebbe cominciare ad essere messo in discussione.

 

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