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Apre Paquetá, chiude Piatek. Ed è subito macchina del tempo
L’esultanza che ieri sera ha visto protagonisti Paqueta e Piatek ha sicuramente richiamato alla memoria dei tifosi del Milan quella di Kakà e Sheva
La gara di ieri tra Milan e Cagliari avrà sicuramente riportato alla memoria ricordo felici trai tifosi del Milan che hanno rivisto nell’abbraccio di Paqueta e Piatek, decisivi ieri, le ben più famose esultanze di due idoli del passato come Shevchenko e Kakà. Uno longilineo, scuro di capelli ma radioso in viso, brasiliano dal talento immenso ma ancora parzialmente inesploso e l’altro: biondo, proveniente dall’est e attaccante dal gol facile. Delle similitudini che si racchiudono totalmente nell’immagine che accompagnano questo articolo e che, ne siamo sicuri, sono giunte automaticamente negli occhi dei nostri lettori nel momento in cui Piatek e Paqueta stavano esultando. Il Milan di Shevchenko e Kakà era sicuramente una squadra diversa da quella attuale, una formazione già vincente e rodata che poteva contare su Campioni indiscussi e già affermati ma che ha saputo ricostruire su solidi basi i destini della propria Dinastia.
Il Milan di oggi è un Milan che deve partire da zero ma che può contare su un ossatura giovane, anzi giovanissima, e dunque dai margini di miglioramento ancora inesplorati: Donnarumma, classe ’99, è già nell’Olimpo dei più grandi; Romagnoli (’95) è il difensore-capitano in piena linea di continuità con i Maldini e Franco Baresi; Kessié (’96) e Suso (’93) due certezze sempre impiegabili e infine, proprio loro, Piatek e Paqueta i due protagonisti dell’ultima partita e, speriamo, del futuro a lungo termine del Milan. Proprio come i grandi campioni, proprio come Sheva e Kakà.