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Bakayoko: «Il rifiuto del Chelsea mi ha fatto crescere. Gattuso? Brutto inizio, ora è come un padre»
Bakayoko a tutto tondo in un’intervista rilasciata ad un portale francese, si parla di Chelsea e di Milan senza nascondere nulla
Bakayoko, un nuovo coro tutto per lui, conquistato a suon di battaglie tutte oltre la sufficienza, ora è addirittura un imprescindibile mentre prima che si facesse male Biglia era un problema societario e di squadra. Timouè Bakayoko si è raccontato al portale francese ‘Bro Stories’, descrivendo nei dettagli la propria esperienza in rossonero, a metà dell’opera possiamo dire perchè manca ancora un intero girone di ritorno e le due semifinali di Coppa Italia, da trasformare in finale contro Atalanta o Fiorentina. Prima però c’è la Lazio in trasferta, martedì 26 Febbraio.
ADDIO AL CHELSEA- «Ho lasciato il Chelsea perché ho sentito che il club non mi voleva più. Certamente, ero dispiaciuto. Sono stato per un anno, non è andato come avevo previsto. È stata una decisione semplice e difficile allo stesso tempo da prendere perché il Chelsea è il Chelsea e non penso di aver mostrato le mie capacità, quindi è spiacevole. È stata una decisione facile invece perché non penso che il mister contasse su di me e il Milan è difficile da rifiutare».
SUL CHELSEA- «Tutto stava andando per il verso giusto fino a un momento particolare. Non è stata una cosa semplice da vivere ed è stato probabilmente il mio primo momento duro in carriera: essere in un club che non ti vuole per la stagione successiva. Non è semplice ma credo che sia necessario vivere momenti come questi. Mi ha aiutato molto a superare ciò che sto vivendo ora. Ora sono pronto ad affrontare momenti più difficili, credo di essere più preparato».
PASSAGGIO AL MILAN- «È stato tutto veloce, ho iniziato e non ero felice ma non ero neanche triste per non giocare e non essere schierato dal mister. È successo tutto velocemente dal momento in cui ho capito con certezza che il Milan mi voleva».
SUL MILAN- «Sono arrivato al Milan e ho incontrato Maldini, una leggenda. È stato speciale essere davanti a lui. Camminare nell’ufficio e vedere i trofei. Conoscere il Milan e viverlo tutti i giorni sono cose differenti, capisci che non è un club qualsiasi, capisci di essere in una squadra vincente, con una bacheca piena di trofei. La prima settimana non è andata molto bene. Tutti mi hanno accolto bene, le condizioni erano perfette per esprimersi al meglio. Qualche volta pensi che l’adattamento sta andando bene e veloce e che sei in grado di dare il massimo ma non va così sfortunatamente e i tifosi non erano gentili nei miei confronti».
BRUTTA PARTENZA CON GATTUSO- «Non mi piace cosa ha detto. Non voglio ripeterlo ma sono state parole dure, soprattutto dopo aver giocato solamente venti minuti nella mia prima partita. Non mi è piaciuto che è stato duro subito e gliel’ho detto. Ora va meglio. Conosciamo il suo carattere, Gattuso è un allenatore e uomo combattente. Ha voluto trasmettermi lo spirito che probabilmente io non avevo. Lo spirito da combattente io l’ho costruito qua. Lui è come una figura paterna. Il nostro rapporto è il massimo. Parliamo di tutto. È bello avere un rapporto di questo tipo con l’allenatore».
SULLA SERIE A- «La Serie A sta tornando. Paragonato a quello che ho imparato quando ero a Monaco e al Chelsea direi che è simile. Io penso che sia meno intenso qui il gioco rispetto all’Inghilterra e alla Franca ma è difficile allo stesso modo. La cultura tattica è molto importante. Ci alleniamo molto senza la palla. È molto tattica e questo è molto importante. Mi piace questo campionato come calciatore, permette di mettere in mostra le mie capacità».
LA BELLA MILANO- «Milano è una bella città. C’è il sole per la maggior parte del tempo, l’inverno è abbastanza freddo ma soleggiato. Il cibo è ottimo qui e questo è molto importante per me. Poi Milano è anche una delle migliori città per la moda e per me è divertente essere qua. La mia vita è abbastanza interessante fuori dal campo. La città vive di calcio. Ci sono due club milanesi, e sono ovviamente rivali. È bello incontrare persone per la città, per strada. C’è una grande passione. C’è il blu e c’è il rosso. Se cammini a San Siro un giorno è blu e il giorno dopo nero. È differente. Questa è una cosa positiva».