2015
Basta bruciare le bandiere, si torni ai vecchi tempi
Questi primi di giugno stanno portando novità importanti in casa Milan, allenatore, cambiamenti societari, mercato che si affaccia all’orizzonte con investimenti pronti; il tutto ha il profumo di un cambiamento radicale all’interno del club rossonero restando però sempre coi piedi per terra e mantenendo un profilo basso.
Gente che viene e gente che va e su questi ultimi ci sarebbero ancora tante cose da dire considerato che un partente di lusso (un termine che ci sta tutto quello di lusso dopo 14 anni di convivenza con i nostri colori) fa le valigie nel modo più impensabile che poteva esserci: Filippo Inzaghi. L’idolo incontrastato della tifoseria milanista, la leggenda della Curva, saluta il suo popolo da sconfitto e da bandiera bruciata quale purtroppo si è ritrovato ad essere. L’esonero avvenuto in settimana è stato un’autentica mazzata nei confronti di Pippo il quale mai si sarebbe aspettato di salutare la sua squadra del cuore per non dire la sua famiglia uscendo a testa bassa, ricevendo fischi e attestati di disaffezione dopo il tanto amore che da giocatore era riuscito a conquistare.
Ben vengano personaggi del calibro di Sinisa Mihajlovic, di Bee Taechaubol e di chi sia in grado di rimettere in piedi il blasone del Milan. Porte aperte a giocatori che possano fare al caso di questa maglia e ci riportino ai vertici ma basta bruciare le bandiere. Tra i tasselli da cui ripartire vanno rivalorizzati quegli uomini, prima ancora che professionisti, con una dedizione speciale per la maglia che indossano o che allenano. I vari Leonardo, Seedorf e in ultimo appunto Inzaghi hanno già fatto la loro fine, chi verrà dopo ad onorare il Milan che sia degno di una maggior considerazione. Tornare ai vecchi tempi è lo slogan da tenere impresso e da seguire perchè dai successi del passato, da non trascurare affatto, non bisogna dimenticare il DNA vincente del Diavolo, chiamato al più presto a riscrivere pagine di Storia e di vittorie.