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Bastone e carota, l’analisi di Gattuso post-Udinese
Gattuso i suoi giocatori, al Milan manca sempre il colpo decisivo per chiudere la partita. I rossoneri devono crescere sotto questo aspetto
Il Milan, dalla sfida di Coppa Italia contro l’Inter, ha cambiato rotta. La vittoria nel derby ha consentito al Milan di fare una vera e propria inversione di marcia, da quel momento in poi è arrivata una serie di 5 risultati utili consecutivi. Il Milan è cresciuto sotto diversi aspetti: è migliorata la condizione fisica generale della squadra, alcuni singoli come Calhanoglu e Biglia stanno iniziando a far ricredere i loro detrattori, è migliorato l’atteggiamento in campo e la fase difensiva. La squadra rossonera ha ancora un punto debole, non riesce mai a chiudere le partite. Gattuso, attraverso i microfoni di MilanTv, si è voluto soffermare su questo aspetto. Ecco le sue dichiarazioni: «Ci manca il colpo del KO. Prima dell’espulsione eravamo padroni del campo, avevamo fatto le cose come dovevamo farle con grande voglia e personalità. Il rammarico, è ovvio, rimane, così come la prestazione. Dopo l’1-1 abbiamo rialzato molto bene il baricentro, però non siamo riusciti a fare male con le 2-3 ripartenze che abbiamo avuto. Dobbiamo continuare su questa strada e non mollare di un centimetro»
SUSO – «Quando si va ad analizzare le partite bisogna vedere che caratteristiche ha e cosa sta facendo di diverso rispetto a queste. Come ho detto sabato in conferenza, Suso è un giocatore che sta abbinando qualità e quantità, perchè tante volte si butta sulla linea dei centrocampisti per chiudere le linee di passaggio. Sta lavorando molto bene e me lo tengo stretto uno così. Lui sa che da parte nostra c’è grandissima fiducia e deve continuare con queste prestazioni»
LA SPAL – «Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno. Mi arrabbio quando sento che ci fanno i complimenti. Bisogna guardare solo la classifica. Per la maglia che si indossa e la qualità della squadra, noi dobbiamo guardare la classifica. Possiamo fare di più, i complimenti dobbiamo metterli da parte. Dobbiamo continuare a lavorare con veemenza, con voglia e senso di appartenenza»