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Bellanova ringrazia il Milan: «Lì sono cresciuto, vi racconto la prima convocazione con Montella. La Nazionale un sogno»

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L’esterno del Torino, Raoul Bellanova, ripercorre le tappe della propria carriera tra cui l’esperienza nelle giovanili del Milan

Intervenuto ai microfoni di Radio TV Serie A su RDS, Raoul Bellanova si racconta così. L’esterno granata, recentemente convocato da Luciano Spalletti per gli Europei con l’Italia, ha ricordato le tappe della propria carriera a partire dal settore giovanile nel Milan.

FIGLIO DEL VENTO – «Già dagli allievi nazionali del Milan la velocità è stata la mia dote migliore. All’inizio non era abbinata ad altre qualità eccelse, perciò ho dovuto lavorare tanto anche su altre caratteristiche. Quest’anno ho fatto 7 assist, ma di certo prima i cross non li mettevo come faccio adesso. Oggi nel calcio la parte atletica penso sia una qualità importante, perciò questa è una dote che mi tengo stretta e cerco sempre di esprimerla al meglio in campo».

GLI ANNI AL MILAN – «La prima squadra in cui ho giocato si chiamava Azzurra, avevo cinque anni. Ero un ragazzo molto timido, i miei compagni di scuola volevano che andassi a giocare con loro, io giocavo solo con mio papà in garage. Così sono andato e dopo pochi mesi mi ha chiamato il Milan, avevo cinque anni e mezzo: dopo diversi provini mi hanno preso. È stata una parentesi bellissima, ringrazio tantissimo il Milan perché mi ha fatto crescere. Mi hanno preso che ero bambino e me ne sono andato a 19 anni, quando sono andato in Francia. Prima convocazione in Serie A? Mi ha chiamato Vincenzo Montella, proprio contro il Torino. In quei momenti guardi gli altri e ti chiedi se potrai reggere quel tipo di pressione, se ci ripensi ora ti rendi conto di sentire i tifosi per dieci minuti di partita, e non per gli altri 80 per quanto è alta la concentrazione. Ex compagni che sento ancora? Cutrone mi ha sempre aiutato tantissimo, sia quando ci vedevamo in Nazionale, sia in prima squadra e c’era lui».

LA CHIAMATA DALLA NAZIONALE – «Ci speravo tanto, di certo la convocazione me l’aspettavo più della scorsa volta. Ma una volta che è arrivata, è stata la cosa più bella del mondo. Cercherò di dare il massimo in queste due amichevoli per rientrare nei 26 finali. La Nazionale è il sogno di ogni bambino, giochi per il tuo Paese. Il giorno prima del debutto Spalletti è venuto a parlarmi, mi ha chiesto come stavo e se ero tranquillo, un po’ di cose private senza mettermi nessun tipo di pressione. Ero veramente emozionato, teso, poi quando inizia svanisce tutto. All’intervallo il mister mi ha corretto un po’ di errori, ma si sa che sta attento ai minimi dettagli, giusto così. La verità è che c’è un gruppo bellissimo, ho trovato tanti compagni che ho avuto all’Inter, ma vuoi o non vuoi alla fine conosci bene tutti. E’ proprio come fossi in un club. Giusto anche che ci sia un blocco nerazzurro visto quello che han fatto quest’anno».

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