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Quel ‘no’ di Berlusconi a Galliani che avrebbe cambiato il Milan
L’edizione odierna di Tuttosport pone l’accento su una scelta programmatica di Berlusconi che avrebbe cambiato le sorti del Milan
Fra fine maggio e inizio giugno 2015, Maurizio Sarri fu molto vicino alla panchina del Milan.
Adriano Galliani – che nei mesi precedenti aveva corteggiato Antonio Conte, finito poi in nazionale forse anche per non fare uno sgarbo ai tifosi della Juventus – aveva pensato a lui dopo l’eccellente stagione dell’Empoli. Fin qui è mero racconto dei fatti.
QUESTIONI DI SCELTE – Alla fine, anche e soprattutto su indicazione di Silvio Berlusconi, lo storico amministratore delegato rossonero decise di puntare su Sinisa Mihajlovic, per il vero pure lui reduce da un’ottima annata alla Sampdoria. Sarri, a quel punto, trovò l’accordo col Napoli, i cui risultati hanno avuto un’impennata inversamente proporzionale a quella rossonera. Nel corso degli anni ci sono stati diversi racconti sul perché di quella scelta: si disse più volte che Berlusconi non amava l’immagine di Sarri, sempre in tuta in panchina anche durante le partite, ma anche per le sue idee politiche schierate all’opposto del Presidente, per il physique du role lontano dai canoni presidenziali e pure per le troppe sigarette fumate. «E’ stato a lungo l’allenatore a cui abbiamo guardato con attenzione», confermò Berlusconi qualche mese più tardi.
SARRI E SACCHI – Sarri fu consigliato ai vertici rossoneri anche da Arrigo Sacchi: «Dissi al presidente – ha raccontato l’ex tecnico –: se prendi Sarri dopo 25 anni dimostri di essere sempre avanti, come facesti con me». E il diretto interessato? Qualche mese fa Sarri ha detto la sua: «Non sarei durato troppo in rossonero se è vero ciò che si dice sulle intercessioni di Berlusconi nel ruolo dell’allenatore». Chissà dove sarebbe il Milan oggi con Sarri in panchina e chissà se si possa ricongiungere il connubio in estate…